Oristano, terreni all’asta a Torregrande: «Nessuna irregolarità»
L’assessore Cuccu respinge i sospetti della minoranza. E minaccia azioni legaliPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Il Comune di Oristano non ha concesso un contributo, non ha affidato un appalto o un servizio ad un parente di un assessore, ma ha venduto, seguendo le procedure previste dalla legge, un’area che ha permesso di incassare delle somme che potranno essere usate a beneficio di tutti».
Codice civile alla mano, l’assessore al Patrimonio, Ivano Cuccu, respinge duramente ogni illazione contenuta nell’interrogazione presentata dai consiglieri di minoranza Francesco Federico, primo firmatario, Efisio Sanna, Carla Della Volpe, Francesca Marchi e Massimiliano Daga attraverso la quale si invitava il sindaco «a verificare eventuali riconducibilità, in termini diretti o di parentela, degli acquirenti con figure presenti nell’attuale amministrazione comunale».
L’esponente della Giunta precisa che «tra le figure per le quali è previsto il divieto di alienazione non risultano essere previsti i parenti degli amministratori e ancora più nelle specifico persone giuridiche, ovvero società, il cui rappresentante legale pro tempore, risulta essere un parente di un amministratore».
Nessuna irregolarità, dunque, nell’assegnazione di alcuni lotti edificabili alla società Baby Company, il cui amministratore pro tempore è nipote dell’assessore. «È un fatto privo di ogni rilievo tanto a livello legale, quanto amministrativo e di conflitto di interessi e di opportunità, che ha contribuito a far entrare nelle casse del comune delle somme grazie alla vendita di un terreno ad una cifra anche superiore a quella di mercato», conclude Cuccu, che non esclude azioni legali.
«Mi dispiace che per giustificare la totale assenza di idee la minoranza utilizzi questi sistemi poco eleganti e soprattutto di bassa cultura politica. In ogni caso ho posto al vaglio del mio avvocato di fiducia ogni valutazione volta alla tutela della mia immagine personale e valuteremo anche l’opportunità di tutelare l’immagine e la credibilità del nostro ente pubblico».