Manuel Careddu venne ucciso con "lucidità e determinazione criminali". E l'esecutore materiale dell'omicidio era "pienamente consapevole del disvalore della sua condotta".

A un anno esatto dall'arresto dei giovani accusati della morte del diciottenne di Macomer, ucciso l'11 settembre 2018, arrivano puntuali le motivazioni della sentenza di condanna per Christian Fodde, Riccardo Carta e Matteo Satta, tutti poco più che ventenni, di Ghilarza. Sentenza pronunciata il 12 luglio scorso dal giudice per le udienze preliminari Silvia Palmas, al termine del processo con il rito abbreviato. Ergastolo per Fodde, trent'anni per Carta, 16 e otto mesi per Satta, pene ridotte per la scelta del rito alternativo. Manuel fu ucciso e sepolto nelle rive dell'Omodeo; il giorno dopo il suo corpo venne trasferito in un terreno alla periferia di Ghilarza. Venne ritrovato il 17 ottobre scorso. I due minorenni erano stati condannati, appena una settimana prima, a sedici anni dal Tribunale dei minori di Cagliari.

LA CONDANNA - In 97 pagine il gup ha ricostruito con dovizia di dettagli il delitto, il piano di Fodde concordato con Carta e Satta e l'esecuzione, facendo ampio riferimento alle intercettazioni e agli altri elementi delle indagini svolte dai carabinieri, coordinati dal procuratore Ezio Domenico Basso e dal sostituto Andrea Chelo. Nelle ragioni che hanno portato alla condanna all'ergastolo per Fodde si fa riferimento alla sua capacità di intendere e di volere, contrariamente a quanto affermato dall'avvocato difensore Aurelio Schintu.

"Emerge lucidità e la sua capacità di comprendere il valore dei propri atti. Il piano è stato pensato in modo lucido e consapevole delle conseguenze". A riprova, la decisione di lasciare i telefonini a Satta in modo da creare un alibi per sé e per i suoi complici. Nella condotta di Fodde il giudice ha, inoltre, sottolineato il fatto che non agì d'impeto. La sua decisione non è stata "il frutto di una mente malata, ma di una mente criminale che segue codici comportamentali che prevedono che l'offesa vada lavata col sangue".

Nessuno dei tre ebbe un ripensamento, nonostante tutti avessero avuto il tempo per cambiare idea e ravvedersi.

LA FEROCIA - Ancora, riguardo a Fodde, il giudice Palmas parla di ferocia e crudeltà: dopo aver colpito con una piccozza, lega inutilmente e crudelmente le mani e i piedi di Manuel mentre è ancora agonizzante per poi colpirlo violentemente più volte sul viso con una pala. Viso rivolto verso l'alto e quindi verso i suoi assassini. "Nessun ripensamento, né pietà per il dolore provocato, ma anzi Fodde denota un disprezzo per la vittima". In una conversazione intercettata la definisce "deficiente".

CARTA E SATTA - A proposito di Carta, che aveva precedenti per armi, il giudice ricorda che ha aderito al proposito di uccidere un giovane che per lui era poco più che un conoscente, senza peraltro avere alcun movente personale "mostrando pericolosità e indole criminale non comuni". È sorprendente e preoccupante per il fatto di aver deciso di partecipare a un omicidio nei pochi minuti di un incontro, né ha cambiato idea. Ha aderito anche Satta al piano omicida e non sembrano credibili le dichiarazioni dei due secondo i quali agirono pensando che Manuel non sarebbe stato ucciso, ma solo picchiato e spaventato. Satta, in particolare, si è limitato a negare irragionevolmente la sua consapevolezza del proposito omicida, pur ammettendo che il piano gli era stato illustrato e lo aveva visto realizzarsi, infine, quando i complici, come concordato, gli avevano lasciato i telefonini.

Patrizia Mocci

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UN OMICIDIO PER DEBITI DI DROGA

Un omicidio studiato e messo in atto per un debito di seicento euro. Christian Fodde non agì d'impeto nel momento in cui Manuel gli aveva mancato di rispetto mettendo in dubbio la correttezza negli affari e assumendo con lui un atteggiamento aggressivo e minaccioso.

Fodde non potè mandare giù il fatto che Manuel si fosse presentato, proprio la mattina di quel maledetto 11 settembre 2018, a casa della sua fidanzatina (la minorenne condannata) a rivendicare i soldi di una cessione di droga.

Quella insistenza di Manuel nel richiedere i soldi non era piaciuta a Fodde, che poi secondo il giudice fu in grado di controllare la rabbia e organizzare il suo proposito omicida. (p. m.)
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