Questa mattina, in apertura della nuova udienza del processo per l'omicidio di Manuel Careddu sono arrivate le dichiarazioni spontanee di uno degli imputati, Christian Fodde.

In aula, davanti al giudice Silvia Palmas, ha ammesso di aver fatto "una cosa bruttissima" e si è detto pentito per il dolore causato alle famiglie, oltre che per la morte di Manuel.

Poi l'intervento dell'avvocato Gianfranco Piscitelli: parlando a nome del padre di Manuel, Corrado Careddu, che tutela, si è prima associato alle richieste di condanna della Procura oristanese.

Venerdì scorso, infatti, il procuratore Ezio Domenico Basso e il sostituto Andrea Chelo avevano chiesto l'ergastolo per Christian Fodde e Riccardo Carta e 30 anni per Matteo Satta.

Poi l'avvocato Piscitelli ha messo in evidenza l'efferatezza del delitto e il fatto che nel branco i leader sono due, Fodde e la ragazzina (condannata a 16 anni insieme al suo coetaneo coimputato dal Tribunale dei minori).

Alla fine il legale ha chiesto anche il risarcimento dei danni, quantificati in 600mila euro con una provvisionale non inferiore a 100mila euro.

Le somme saranno destinate a una struttura di recupero di ragazzi difficili.

Manuel Careddu (Archivio L'Unione Sarda)
Manuel Careddu (Archivio L'Unione Sarda)
Manuel Careddu (Archivio L'Unione Sarda)

Poi è stata la volta dell'avvocato Luciano Rubattu, che tutela Fabiola Balardi e la figlioletta, madre e sorellina di Manuel: parole dure rivolte agli imputati che hanno attirato in trappola Manuel e lo hanno ucciso con una violenza inaudita, stile "Arancia meccanica".

Alla fine anche Rubattu ha chiesto il risarcimento dei danni, da quantificarsi in sede civile, con una provvisionale di 300mila euro.

Infine, l'avvocato Aurelio Schintu ha insistito sulla perizia psichiatrica, sostenendo che il suo assistito, Fodde, al momento del delitto non fosse nel pieno possesso delle sue facoltà mentali.

Subito dopo l'avvocato Antonello Spada, che difende Matteo Satta, ha chiesto la derubricazione del reato a carico del suo assistito in favoreggiamento, puntando in particolare su una argomentazione specifica: Satta non credeva che i compagni avrebbero realmente ucciso Manuel, pensava che fosse una delle tante millanterie di Fodde che più di una volta aveva fatto il gradasso parlando di cose che poi risultavano prive di fondamento.

Ecco perché, secondo il difensore, Satta - che la sera del delitto aveva custodito i telefonini degli altri imputati - non può essere accusato di concorso in omicidio.

Mercoledì 10 luglio è in programma l'arringa dell'avvocato Angelo Merlini che difende Riccardo Carta.
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