"Sono le richieste che mi aspettavo".

Fabiola Balardi, la madre di Manuel Careddu, il viso segnato dal dolore e la tensione accumulati in questi mesi, ha espresso soddisfazione per la durezza delle richieste formulate dal procuratore Ezio Domenico Basso e dal sostituto Andrea Chelo.

I pm hanno ritenuto Christian Fodde, Riccardo Carta e Matteo Satta responsabili dell'omicidio del diciottenne di Macomer: ergastolo per i primi due, trent'anni per il terzo.

"Sono allo stesso tempo cauta, ora aspetto la sentenza", ha commentato la Balardi, facendo riferimento alla sentenza pronunciata dal giudice Michela Capone appena 24 ore prima nei confronti della diciassettenne e del coetaneo, condannati a 16 anni. "Il verdetto per i minorenni ci ha deluso profondamente", le parole di Loredana Careddu, zia paterna del giovane.

Il delitto di Manuel, ucciso l'11 settembre scorso sulle sponde dell'Omodeo, è stato di "una gravità inaudita", ha ricordato il procuratore Basso: "Sono stati superati i limiti di ogni possibile turpitudine".

Oltre che di omicidio pluriaggravato, Fodde e Carta rispondono di occultamento e soppressione di cadavere. Satta non è accusato invece di soppressione, ma di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere.

"Gli imputati hanno tutti ammesso il fatto - ha detto il procuratore - anche se con diversità di posizioni e consapevolezza forse. C'è sproporzione fra una reazione con questo esito così devastante rispetto a quello che poteva essere il movente. Se il movente è il debito di 600 euro per partite di droga non pagate, arrivare a commettere un omicidio del genere è inaudito. Fodde ha materialmente colpito Manuel ma ognuno aveva un ruolo, come emerge dagli atti, nella predisposizione dell'omicidio. Chi tiene i telefoni non è meno importante di chi dà la pala o chi mette a disposizione il luogo".

(Unioneonline)
© Riproduzione riservata