Avevano messo in piedi una finta azienda di restauro, con base a Oristano, riuscendo a truffare un centinaio di sacerdoti di tutta la Sardegna e della Penisola: si facevano consegnare oggetti sacri in argento di grande valore a prezzi competitivi ma quando li dovevano consegnare scattavano costi aggiuntivi e, nel caso di proteste da parte dei religiosi, c'erano le minacce.

Per questo otto rom sono stati rintracciati stamattina dai carabinieri: i militari della Tutela del patrimonio culturale, in collaborazione con i comandi provinciali di Oristano, Pordenone, Bergamo, Varese, Brescia e Roma hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare.

Tre cittadini sono finiti in carcere, due ai domiciliari e tre con l'obbligo di dimora. Gli indagati sono 13: quattro percepiscono il reddito di cittadinanza. Agivano anche con un minorenne. In mattinata sono stati sequestrati conti correnti, immobili e una villetta perché il danno patrimoniale secondo una prima stima é di alcune centinaia di miglia di euro.

(foto L'Unione Sarda - Vercelli)
(foto L'Unione Sarda - Vercelli)
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(foto L'Unione Sarda - Vercelli)
(foto L'Unione Sarda - Vercelli)
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Le indagini, coordinate dalla Procura di Oristano, sono scattate nel 2017 dopo alcune denunce delle vittime. Sono stati così ricostruiti, dai carabinieri per la Tutela del patrimonio di Cagliari, coordinati dal maggiore Paolo Montorsi, un centinaio di episodi (anche indietro nel tempo) grazie a intercettazioni telefoniche, ambientali, osservazione e pedinamenti.

Tre i presunti capi (Armando Brandich, Dario e Bobi Hudorovich, ora in carcere) che organizzavano il tutto nella loro base a Cabras. Avevano creato tutto per essere finti restauratori. Quando i prezzi, per restituire gli oggetti sacri, salivano i sacerdoti protestavano e a quel punto scattavano le minacce. E così ottenevano altri oggetti di valore, anche ex voto in oro. E con i guadagni ingenti hanno acquistato abitazioni, terreni, auto di grossa cilindrata, organizzavano vacanze di lusso e festini a base di champagne.

Ai domiciliari Armando e Geson Hudorovich obbligo di firma per Sharol Dainana Hudorovich, Pamela Braidich e Syella Bognanco.

Gli esperti della Soprintendenza hanno accettato diversi danneggiamenti agli oggetti sacri recuperati durante le indagini.
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