«Il decreto legge sulle aree idonee, pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, è un atto di forza che calpesta il ruolo delle Regioni e ignora completamente la voce dei territori». Così la presidente della Regione, Alessandra Todde, circa il decreto “Trannsizione 5.0” approvato ieri. «La Sardegna aveva già respinto questo approccio nella Conferenza delle Regioni del 5 novembre, ma il Governo Meloni, temendo un parere negativo della Conferenza Unificata, ha scelto la scorciatoia del decreto legge, violando il principio di leale collaborazione», ha poi aggiunto la governatrice.

«È la conferma di un metodo che ormai conosciamo – evidenzia la presidente -: evitare il dialogo, accentrando decisioni che riguardano ambiente, paesaggio e pianificazione territoriale. Si preferisce imporre dall’alto anziché costruire un percorso condiviso».

La presidente poi entra nel merito del decreto: «Il provvedimento rende inefficaci tutte le leggi regionali sulle aree idonee e non idonee agli impianti rinnovabili e impone che le autorizzazioni si basino esclusivamente sulla normativa statale. Le Regioni vengono espropriate del loro ruolo di garanti del territorio».

In pratica, specifica Todde, «sarà Roma a stabilire cosa è idoneo, arrivando perfino a considerare idonei i porti per l’eolico offshore. E alle Regioni viene chiesto di adeguare le proprie norme al decreto del Governo, cancellando la possibilità di governare la transizione energetica secondo le esigenze del territorio».

«Ancora più grave - continua la presidente - è la previsione che consente di installare impianti anche nelle zone di protezione Unesco sotto 1 MW. È un segnale preoccupante: si sacrifica la qualità del territorio per fare spazio a interessi che nulla hanno a che vedere con una vera transizione energetica sostenibile».

«La nostra Legge 20 ha fatto esattamente il contrario – prosegue la presidente – : ha tutelato il paesaggio e l’ambiente, impedendo progetti dannosi. Per un anno non è stata concessa neppure un’autorizzazione che compromettesse il territorio, smentendo ogni narrazione che la voleva inefficace».

«Non accetteremo questo esproprio di competenze. Se necessario, ricorreremo alla Corte Costituzionale per difendere le prerogative della Sardegna e il nostro Statuto speciale», sottolinea ancora Todde.

Quanto alla proposta di legge di utilizzare le aree militari per la produzione di energia da fonti rinnovabili, «che aveva suscitato tanta indignazione, adesso la ritroviamo scritta nero su bianco in questo decreto-legge. Non è più una proposta: è legge», aggiunge ancora la presidente. «Noi abbiamo il diritto di richiedere la restituzione delle aree non utilizzate ai fini militari e questo diritto viene messo a rischio da una legge ingiusta che spazza via decenni di battaglie». «Sono tutti attacchi alla nostra autonomia al quale io personalmente e tutta la Giunta ci opporremo con tutti i mezzi a nostra disposizione. Mobilitiamoci tutti assieme per difendere la Sardegna», la conclusione.

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata