Il consiglio comunale di Macomer ha votato all'unanimità l'adesione alla fondazione Trenino Verde Storico della Sardegna, ma con un distinguo rispetto agli altri 56 comuni che vi aderiscono: la sede non deve essere a Sassari, ma deve tornare in quella storica di Macomer, dove è rimasta la linea turistica per Bosa Marina (47 chilometri di binari che attraversano un territorio vastissimo di bellezze naturali), oltre lo scartamento ridotto per Nuoro.

«L'obiettivo è quello di tutelare, recuperare, valorizzare l'infrastruttura ferroviaria - dice Rita Atzori, consigliere comunale delegata dal sindaco - ma anche elaborare programmi culturali, turistici, eno-gastronomici e per la divulgazione e la conoscenza dei servizi ferroviari e turistici del Trenino verde».

L'intero consiglio comunale, tuttavia, ripropone come sede della fondazione quella di Macomer. «Questo perché la nostra cittadina - dice il sindaco Riccardo Uda - è stata la sede storica del compartimento delle ferrovie complementari per oltre un secolo».

Dai banchi della minoranza la richiesta è unanime. L'ex sindaco Antonio Succu: «Macomer merita la sede della fondazione. La fondazione è comunque una cosa buona, perchè sottolinea l'importanza del trenino verde quale strumento di sviluppo eccezionale». Gianfranco Congiu: «La sede a Sassari viene proposta in dispregio della storia». Luca Pirisi: «La fondazione rappresenta un’opportunità, creando una strategia strutturata. Dobbiamo fare invece un dibattito politico sulla tratta Macomer-Nuoro».

Luciana Uda chiede di intraprendere una forma di collaborazione, così come è stata suggerita da Gianfranco Congiu, il quale ritiene il tutto una opportunità di sviluppo culturale ed economico del territorio, «anche se occorre uscire dal pantano in cui era la tratta per Bosa Marina i questi ultimi anni».

Per quanto riguarda il recupero delle vecchie stazioni e cantoniere, Rossana Ledda, dall'opposizione ha ribadito la validità del progetto dal punto di vista turistico e per la valorizzazione del territorio anche in termini economici. Tuttavia, i finanziamenti destinati dalla Regione (circa 5 milioni di euro), per la riconversione, non ci sono stati più. Il consiglio comunale ha quindi deciso di fare una richiesta unanime alla Regione affinché questi fondi possano essere spesi per migliorare l'intero tragitto turistico, tra il Marghine e la Planargia.

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