Anche la Dda di Bari è al lavoro per trovare il boss del Gargano Marco Raduano, evaso venerdì pomeriggio dal carcere di Nuoro

I carabinieri foggiani che si occupano degli accertamenti sono in contatto con i loro colleghi sardi e presto ci saranno anche contatti tra i vertici delle Procure.

Si indaga anche sull’ipotesi di un’attività di favoreggiamento finalizzata all’evasione, con contatti tra il clan mafioso di cui Raduano è a capo e criminali sardi. Contatti che potrebbero essere nati proprio nel penitenziario di Badu ‘e Carros, dove potrebbe essere stata stretta un’alleanza tra le due consorterie.

«UNA STRANA EVASIONE»

Gli investigatori infatti sono molto perplessi dal fatto che un criminale di così alto spessore sia riuscito a fuggire durante l’ora d’aria con il più classico dei metodi, delle lenzuola probabilmente lasciate incustodite.

Il detenuto si è inoltre procurato la chiave per uscire dal reparto di Alta Sicurezza e arrivare al muro di cinta (come riportato nel servizio di Mauro Pili su L’Unione Sarda), dal quale poi si è calato per fuggire indisturbato due ore prima che la sorveglianza si accorgesse della sua fuga.

L’evasione di Raduano, che all’interno del reparto si occupava della biblioteca e poteva girare liberamente, la raccontano i fotogrammi delle telecamere interne: il boss sapeva dov’erano custodite le chiavi del portone blindato. È sceso al piano di sotto, ha provato ad aprire per uscire verso l’esterno ma la chiave non funzionava, così è risalito e ha preso un’altra chiave, quella giusta. Poi è uscito verso il muro di cinta e si è calato con le lenzuola dal punto più alto, circa 5 metri. Il resto è nel video, ormai virale, che sta circolando.

Un’evasione decisamente “strana”. Ancor di più in una casa circondariale dalla quale sono passati detenuti del calibro di Graziano Mesina, Renato Vallanzasca, Luciano Liggio e Francis Turatello, nessuno di loro era mai riuscito ad evadere.

Sull’evasione sono state aperte due inchieste: una dalla Procura di Nuoro, l’altra interna dal ministero della Giustizia.

Intanto, mentre le forze dell’ordine battono palmo a palmo la Barbagia, si fa strada l’ipotesi – molto probabile – che il criminale abbia già lasciato l’Isola. Il segnale di massima allerta infatti sarebbe arrivato nei porti e negli aeroporti sardi solo ieri mattina. Raduano dunque avrebbe avuto tutto il tempo di imbarcarsi e far perdere le sue tracce.

«NESSUNO POTEVA BADARE AI MONITOR»

Continuano nel frattempo le polemiche sulla carenza di organico nella casa circondariale.

Al momento della fuga, spiega il segretario della Uilpa Polizia penitenziaria Gennarino De Fazio, la sala operativa del carcere non era presidiata. «Non basta la videosorveglianza se non supportata da intelligenza artificiale e, soprattutto, se nessuno può badare ai monitor o deve controllarne decine mentre si occupa di innumerevoli altre incombenze».

«La videosorveglianza – prosegue – non può essere solo uno strumento di sicurezza passiva idonea a verificare gli eventi dopo che si siano realizzati, ma deve costituire un ausilio per la sicurezza attiva e la prevenzione. Serve potenziare gli organici e servono software d’intelligenza artificiale in grado di allertare gli operatori. Al momento dell’evasione la sala operative non era presidiata per mancanza di personale».

Giovanni Conteddu dell’Osapp Nuoro intanto dà un po’ di numeri sulla carenza di organico: «A Nuoro  mancano circa 50 agenti penitenziari, in servizio ce ne sono circa 145 di cui 17 donne senza che ci sia da anni il braccio femminile. A Natale è venuto il capo del Dap e ci ha promesso che sarebbero arrivati 8 colleghi, ne sono arrivati 2 e sono stati distaccati a Mamone (Lodè-Nuoro, ndr) e a Sassari. Nell'Alta sicurezza c'è solo un collega che magari pagherà per le negligenze dell'amministrazione penitenziaria che non ha mai potenziato l'organico nonostante le richieste e questo non è giusto. Il collega in servizio quel giorno è già stato sentito così come tutti gli altri in servizio quel giorno. Di certo Raduano ha avuto tutto il tempo di organizzare la fuga: ha nascosto le lenzuola che gli hanno fatto da scala, ha studiato gli orari interni al reparto e avrà costruito un ponte esterno che gli ha coperto la fuga».

(Unioneonline/L)

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