All’indomani della tragedia nuorese di via Dessanay, ad emergere è il grande dolore della città e dell’Isola intera per le giovani vite spezzate di Patrick Zola e Ythan Romano. 

Sotto choc anche le comunità di Desulo e Oliena, di cui sono originari i familiari dei ragazzini. Desulese è infatti la nonna del giovane Ythan, da tempo stabilitasi nel capoluogo, ma fortemente legata al paese d’origine da cui arrivano decine di manifestazioni di solidarietà. 

«Siamo scossi – dice con un filo di voce il sindaco Gian Cristian Melis – un dolore immenso che ci tocca tutti. Non abbiamo parole dinanzi a questa tragedia. Siamo vicini alla nonna del piccolo Ythan, Annetta Calaresu e a sua madre Noelia, così come a tutta la famiglia e ai parenti che vivono nella nostra comunità. Abbracciamo anche la famiglia Zola. Le bandiere del nostro comune saranno a mezz’asta e in massa porteremo il nostro saluto alle famiglie colpite». 

Non mancano poesie struggenti in limba, come quella dello zio Francesco Puddu che scrive: «Oe pragnede sa idda mia, in unu longu e tristissimu prantu, ma in sa sorte sua non fusi solu» e di tanti altri compaesani uniti da un comune filo conduttore.

E mentre Badu ‘e Carros diventa un pellegrinaggio silenzioso e composto, con centinaia che si recano in preghiera al casolare di via Dessanay, chi con un fiore, chi con dei lumicini, anche Oliena, comunità di cui è originario Antonio, padre di Patrick Zola, è avvolta nel dolore.

«Siamo increduli – dice il sindaco Bastiano Congiu – e vicini al nostro compaesano Antonio Francesco Zola e sua moglie. Dinanzi a certe tragedie non troviamo parole, ma solamente tanto dolore. Porteremo la nostra vicinanza ai familiari di Patrick qua al paese e a Nuoro, a cui mi unisce un legame di parentela. Gente perbene e laboriosa, stimata da tutti».

Conclude Congiu: «Il nostro pensiero è anche per la famiglia Romano. È una tragedia che tocca il cuore di tutto i sardi».

Nel frattempo, in attesa dell'ufficialità sui funerali, Nuoro si raduna in preghiera. In corso la veglia di preghiera con la messa nella parrocchia di San Domenico Savio, a due passi dall'oratorio dei salesiani che i due giovani frequentavano.

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