Appena 14 anni e un'esistenza segnata, stravolta nel peggiore dei modi. Il figlio dell'operaio forestale Roberto Gleboni si trova ricoverato nel reparto di Otorinolaringoiatria del San Francesco. È vivo per miracolo, probabilmente è riuscito a scampare alla furia omicida del padre fingendosi morto.

È stato colpito di striscio da un proiettile esploso dalla rivoltella del genitore, da quella 7.65 che era già stata utilizzata per uccidere la sorella Martina, la madre Giuseppina Massetti e il fratello minore di appena 10 anni.

Tuttavia, se l'aspetto fisico non preoccupa, il vero scoglio da superare è l'aspetto mentale. «Siamo intervenuti immediatamente, abbiamo preso in carico il ragazzo mettendo a disposizione tutti i nostri psicologi», afferma il direttore generale della Asl 3 di Nuoro, Paolo Cannas.

Tutto possibile grazie al "servizio psicologico" dell'azienda sanitaria locale, coordinato da Luca Deiana.

Ora spetterà al tutore nominato dalla Procura, l'avvocato Antonio Cualbu, decidere chi dovrà prendersi cura del ragazzo. Il sentore è che possa essere la famiglia della madre Giuseppina, con in testa nonna Carmela.

Gianfranco Locci

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