«So che ci siete tutti vicini e vi ringrazio tanto di cuore ma vi chiedo un grande piacere: smettete di postare foto e commentare su motivi e altro di questa terribile tragedia».

Comincia così l’appello sui social di Carmela Capelli, madre di Giusi Massetti, la casalinga di 43 anni di Nuoro uccisa dal marito e operaio forestale Roberto Gleboni, morto suicida dopo aver quasi sterminato la famiglia: la figlia Martina di 25 anni, il figlio più piccolo di 10 e il vicino di casa Paolo Sanna, 69 anni.

«Sono una mamma distrutta – scrive Capelli – ma ho un nipote da tutelare e proteggere. Tutto quello che vedo e leggo su Facebook non ci aiuta. Perciò vivete il vostro dolore privatamente: se veramente le volevate bene, non fate a gara a dimostrare chi l'amava e la conosceva di più».

«Io so che era amata da tutti – conclude – e io e la mia famiglia ne siamo fieri». Ma ora è il momento di pensare al 14enne sopravvissuto.

Ieri all'ospedale Brotzu di Cagliari si è svolta l’autopsia sui corpi dello stesso Gleboni, di Martina e di Sanna. I tre corpi sono esaminati dal medico legale Roberto Demontis, che oggi procederà con le altre due vittime: Giusi Massetti e il bimbo di dieci anni.

Scampati alla morte il figlio 14enne dell'omicida - preso di striscio dall'arma e ricoverato nel reparto di Otorinolaringoiatria - e la madre 84enne dell'operaio forestale, colpita gravemente alla testa dal figlio (ricoverata in Rianimazione ma fuori pericolo) prima che lui stesso si togliesse la vita nella cucina dell'anziana. Venerdì il 14enne è stato sentito per tre ore in audizione protetta dagli investigatori. Avrebbe risposto a tutte le domande e confermato la versione data ai carabinieri nei momenti successivi alla strage: «A casa urlavano tutti», aveva già spiegato. Il contenuto dell'audizione protetta - alla quale hanno partecipato anche una psicologa e un tutore legale nominati dalla Procura - rimane sotto stretto riserbo.

(Unioneonline/D)

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