Nel 2023 saranno più di 50 mila gli ettari infestati dalle cavallette nel centro Sardegna. Sempre peggio, con una incontrollata escalation in  pochi anni. 

Dai 2.000 ettari stimati nel 2019, si era passati nel 2020/2021 a 30-40 mila ettari, per arrivare, nel 2022 a circa 50.000. Questa sarà l’annata peggiore, secondo Coldiretti. 

«Colture, erbai e pascoli sono messi a repentaglio così come le economie di agricoltori e allevatori. In questi anni le denunce ma soprattutto le nostre proposte sono rimaste inascoltate e si continua con politiche inadeguate e disconnesse tra loro per l’assenza di una vera regia», si legge in un comunicato dell’associazione di categoria, che questa mattina ha organizzato un sit-in di protesta al centro Enas tra Noragugume e Ottana, con agricoltori e allevatori che hanno alzato il grido d’allarme delle campagne anche per quest’anno.

Nel corso della giornata una delegazione di otto soci, guidati da presidente e direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra, Leonardo Salis e Alessandro Serra, sono stati ascoltati dalla Regione e dall’agenzia Laore, nel corso dell’intorno con gli esponenti della Fao, in visita nell’isola.

«Dal 2019 avevamo denunciato il problema, portando all’attenzione della politica anche le nostre proposte. Oggi a distanza di anni viviamo sempre lo stesso dramma e per questo abbiamo voluto far sentire la voce di agricoltori e allevatori che lottano da cinque anni con questa piaga», dicono Salis e Serra, «non si può più andare anni così e le aziende sono in ginocchio e per questo vogliamo fatti concreti». Stesso pensiero anche per l’allevatore Giovanni Mureddu: «Il rischio è quello di dover gettare la spugna»,  conclude, «servono soluzioni certe come le arature, perché solo con le medicazioni non si va da nessuna parte». Problemi che colpiscono tutte le aziende isolane tra cui quella di Antonello Buttu: «Più volte avevamo espresso i dubbi sui piani di contenimento presentati che si sono dimostrati fallimentari», sottolinea, «ci saranno più interventi, messi e uomini ma il pascolo è invaso con i conseguenti danni alle nostre aziende».

 Con la dismissione del Centro regionale anti-insetti (dopo la revisione della norma sugli enti regionali nel 2007) si era abbandonata l’unica cabina di regia che avrebbe potuto guidare le operazioni di intervento oltre che le politiche di contenimento e prevenzione. Azioni a rilento su tutti i fronti «acuite dall’inaccettabile perdita di tempo dovuta alla caotica gestione del fenomeno delle cavallette e al rimpallo delle responsabilità tra enti e assessorati»,  rimarca Coldiretti. 

Anche per tutte queste considerazioni l’associazione  ritiene necessaria una unità di progetto, già proposta più volte in passato, dedicata alla lotta acridica, alla stessa stregua di quella attivata per la lotta alla Peste suina africana, che ha prodotto evidenti risultati. Una cabina di regia con i poteri delegati direttamente dal presidente della Regione, per emettere ordinanze ad hoc e intervenire in maniera organizzata nella lotta all’invasione.

(Unioneonline/E.Fr.)

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