L’11 novembre di 26 anni fa Silvia Melis tornava ad essere una donna libera.

La 27enne, rapita 265 giorni prima dall’Anonima sequestri, venne ritrovata da due agenti in borghese nei pressi di Nuoro, sul ciglio di una strada al bivio tra Galanoli e il ponte di Badu ‘e Carros.

La giovane donna fu rapita il 19 febbraio 1997 a Tortolì: stava rientrando a casa e nel sedile posteriore dell’auto dormiva il figlio Luca, 4 anni. In 265 cambiò cinque prigioni, finì anche in un appartamento a Nuoro. Mesi di attesa col fiato sospeso, con l’Italia intera che tifava per la liberazione della giovanne mamma sarda.

Una foto recente di Silvia Melis (Archivio)
Una foto recente di Silvia Melis (Archivio)
Una foto recente di Silvia Melis (Archivio)

Agli inquirenti Silvia Melis ha raccontato di essersi liberata da sola, di essere riuscita a scappare in strada approfittando di un momento di distrazione dei suoi carcerieri.

La trattativa con i rapitori era sfumata nel mese di luglio, dopo il mancato incontro per la consegna del riscatto. 

Per il sequestro sono stati condannati in via definitiva Grazia Marini a 25 anni e 6 mesi, il figlio Antonio Maria Marini a 30 anni e Pasqualino Rubanu a 26.

Un altro processo ha riguardato invece il presunto pagamento di un riscatto di 2 miliardi, saldato aggirando la legge sul blocco dei beni. Non si è mai saputo con certezza come andò a finire, quel che è certo è che tutti gli indagati furono assolti e che il magistrato Luigi Lombardini si tolse la vita nel suo ufficio al palazzo di Giustizia di Cagliari l’11 agosto 1998, dopo essere stato interrogato dai pm di Palermo che indagavano su un suo presunto coinvolgimento nella trattativa.

(Unioneonline/L)

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