"Secondo Abbanoa, io dovrei pagare l'acqua consumata negli ultimi tre anni. Peccato che in questo alloggio ci abiti da appena un anno". Giovanni Medda, uno dei sette inquilini di una palazzina popolare a Sanluri, in via Tiziano, racconta la sua battaglia a suon di lettere, fax, telefonate e viavai agli sportelli dell'Ente idrico. "La minaccia di staccare l'acqua entro la fine del mese, non mi preoccupa. Non sono moroso. Sono pronto a pagare i litri che ho realmente consumato. Non uno di più. Se fossi ricco, lo farei. Ho un negozio che sta soffrendo la crisi più nera. Sono povero tra poveri".

IL CONTATORE - "Lo scorso anno - racconta Medda - mi è stato assegnato un appartamento in una palazzina di Area. Quando ho chiesto del contatore di Abbanoa, mi è stato risposto che ce n'era uno solo per tutti gli inquilini e che il costo della bolletta andava diviso in parti uguali. Sono rimasto sbalordito: una persona che vive da sola non può consumare la stessa acqua di una famiglia numerosa".

Convinto di risolvere in poco tempo la questione, l'uomo si è recato a Cagliari, da Abbanoa e da Area. "Impiegati e dirigenti hanno promesso una soluzione".

L'INGIUNZIONE - Fra un rimpallo e l'altro, è passato un anno. Nei giorni scorsi, in via Tiziano, è arrivata una raccomandata di Abbanoa: assieme a una bolletta di 6.105 euro, una diffida a pagare entro 30 giorni, pena i rubinetti a secco. La soluzione è saldare l'arretrato, dividendo la somma fra le sette famiglie, del resto come si è sempre fatto. Medda non ci sta.

ABBANOA - "Non possiamo tutelare - dicono i responsabili dell'Ente - chi non paga. Gli inquilini saldino l'arretrato, incaricando il capo condomino che tiene la contabilità. Si vedrà come procedere per i contatori singoli".

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