Le pale eoliche cambiano il paesaggio sardo già prima di essere installate. Perché i giganteschi pilastri d’acciaio e i rotori devono essere trasferiti dai porti di approdo al luogo nel quale devono essere piazzati. Sulle Statali ci sono i cavalcavia, troppo bassi, e lungo le altre arterie ci sono isole spartitraffico, alberi a bordo carreggiata e ulteriori ostacoli: tutto deve essere rimosso per permettere il trasporto eccezionale delle pale. 

All’uscita dello scalo di Oristano – dove sono ancora adagiati i colossi destinati al revamping di parchi eolici già operativi – la aiuole sono state livellate e sono stati abbattute numerose piante: operazioni, portate avanti in queste ore, che dovrebbero avere tutte le autorizzazioni da parte degli enti preposti.

Ma è solo l’inizio. Il sindaco di Villanovaforru, Maurizio Onnis, pubblica le carte che accompagnano il progetto per la realizzazione di un impianto nel suo comune, su proposta di Enel Green Power: «Solo sul tratto di 131 che dalle banchine arriva al nostro bivio», spiega il primo cittadino, «ci sono 14 cavalcavia che non permettono il transito dei tralicci e delle pale eoliche».

Per tutti, spiega, «vale quanto scrivono i tecnici dell’azienda “verde”: “I suddetti cavalcavia dovranno essere superati con opportune valutazioni del territorio circostante e successive soluzioni, quali progettazioni di bypass”». Secondo Onnis, «si andrà di ruspa, insomma. Immaginate cosa faranno alle strade di campagna che salgono verso le nostre colline. Sbancheranno e sventreranno senza requie. Difficile credere che tutto questo sia fatto nel nome della transizione energetica. Più facile pensare che a parlare sia il dio denaro». 

Enrico Fresu 

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