Il morbillo è tornato a far paura: "Soprattutto tra gli adulti, che possono avere gravi complicanze. In Italia si sono verificati diversi casi, specialmente tra i trentenni. In Sardegna non ancora, ma non possiamo sentirci tranquilli", dice Giorgio Steri, dirigente del servizio Igiene e sanità pubblica della Assl di Cagliari.

Non è l'unico virus o batterio che fa preoccupare i medici.

Anche parotite, rosolia, varicella e meningococco non hanno una copertura adeguata.

In alcuni casi i risultati sono ben lontani da quel 95 per cento indicato come la quota che garantisce l'effetto gregge, cioè l'immunità per tutta la popolazione.

I DATI - Nel gruppo dei vaccini che da settembre saranno obbligatori (e gratuiti) per l'iscrizione negli asili nido e nelle scuole materne, la diffusione più bassa è quella del meningococco B.

Le statistiche ufficiali non sono ancora disponibili, ma la copertura è inferiore al 60 per cento nel primo anno di vita dei bambini, quota che la Regione spera di raggiungere nel corso del 2017, per arrivare nel 2020 al fatidico traguardo del 95 per cento.

Poi la varicella: al momento un bimbo su tre non è vaccinato.

LE SANZIONI - Dopo i 6 anni di età invece i genitori che non immunizzeranno i propri figli andranno incontro a multe e altre sanzioni: dai 150 fino ai 7.500 euro, per arrivare - nei casi più gravi - al rischio della sospensione della potestà genitoriale.

"Il nuovo sistema inciderà su chi non vaccina i bambini per trascuratezza, difficilmente convincerà chi è contrario per questioni ideologiche. Dobbiamo continuare con l'opera di prevenzione e di corretta informazione", spiega Steri.

"I vaccini purtroppo sono vittima del loro successo: prima si aveva la percezione dei possibili danni delle malattie, perché erano diffuse. Ora che non lo sono più, grazie alle immunizzazioni, qualcuno ha solo la percezione, sbagliata, dei danni da vaccino. Attraverso internet sono state date informazioni non corrette, ma adesso tutte queste teorie, grazie a una contro campagna fatta da medici e scienziati, stanno scomparendo".

"IL DECRETO NON BASTA" - Ma il provvedimento del governo che reintroduce l'obbligatorietà di 12 vaccini per l'iscrizione negli asili per qualcuno non basta.

La mediazione tra la posizione del ministro della Sanità Beatrice Lorenzin - che voleva introdurre misure ancora più pesanti - e quella del ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli "ha tolto incisività" al decreto, secondo Gabriele Putzolu, segretario del sindacato Fimp (federazione italiana medici pediatri) della provincia di Cagliari, "sarebbe stato meglio estendere l'obbligatorietà anche per gli anni successivi. Oltretutto il sistema di sanzioni non mi convince: ho paura che al primo ricorso vinto dai contrari alle vaccinazioni finisca tutto".

Il movimento anti-immunizzazioni fa proseliti anche in Sardegna: "Capita che alcune mamme mi dicano che non vogliono vaccinare i figli: alcuni genitori sono prevenuti e spesso è inutile spiegare che sbagliano. Purtroppo si mischia l'ideologia con la scienza", dice Putzolu.

"INIEZIONI A SCUOLA" - Fino a pochi anni fa alcune iniezioni - come quelle anti tbc - venivano fatte direttamente a scuola.

"Sarebbe interessante riproporre una soluzione del genere", conclude il direttore del servizio Igiene e sanità pubblica della Asl di Cagliari Giorgio Steri, "in questo modo noi ci avvicineremmo di più alle persone, senza utilizzare costrizioni".

Michele Ruffi

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