Con la deposizione del padre della seconda presunta vittima, amica della principale accusatrice, è ripreso questa mattina a Tempio Pausania il processo a porte chiuse per la presunta violenza sessuale di gruppo contestata a Ciro Grillo e a tre suoi amici genovesi, Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia.

L’uomo ha parlato dello stato emotivo e psicologico della figlia, una ragazza milanese parte lesa per alcune fotografie a sfondo sessuale che le sarebbero state scattate la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 quando stava dormendo sul divano della villa di proprietà della famiglia Grillo a Porto Cervo.

La giovane, anche lei studentessa ed ex amica della ragazza italo norvegese che ha denunciato il presunto stupro, non si sarebbe accorta di essere stata immortalata dai quattro con i loro cellulari. Le immagini sarebbero emerse solo dopo il sequestro dei telefoni degli imputati e l'acquisizione di tutto il materiale.

«Aveva attacchi di panico, non era più la stessa persona, si isolava», ha detto il padre. Oltre un'ora di domande rivolte all'uomo dal pubblico ministero Gregorio Capasso e dal pool di avvocati difensori, alle quali ha risposto concentrandosi sulla situazione psicologica della figlia subito dopo aver scoperto di essere stata vittima di abusi.

La studentessa milanese è già stata ascoltata dal collegio presieduto dal giudice Marco Contu, una testimonianza a tratti drammatica in cui aveva raccontato come la sua vita fosse stata stravolta dopo aver saputo di essere stata vittima di abusi.

Dopo la pausa pranzo, conclusa l’audizione del genitore, tocca alla sorella della principale accusatrice, che all’epoca dei fatti era 15enne, e allo psichiatra Pablo Zuglian, esperto di disturbi dell'alimentazione che ha in cura la ragazza italo norvegese.

(Unioneonline/L)

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