Taser, scontro Testa-Giagoni: «Strumento di tortura legalizzata», «Parole vergognose»
Dopo la morte di un 57enne a Olbia, le parole della garante dei detenuti e del parlamentare sardo della LegaIrene Testa e Dario Giagoni
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«Strumenti di tortura legalizzata», «affermazioni vergognose».
Scontro sui taser tra Irene Testa, garante sarda dei detenuti, e Dario Giagoni, parlamentare della Lega, dopo il caso del 57enne morto ieri a Olbia.
Irene Testa non usa mezzi termini: «Ancora una morte con il taser. Non è la prima volta che accade. Prima di lui pochi mesi fa un ragazzo di 30 anni. Uso di scariche elettriche per contenere il disagio, provocando effetti fisici e psichici devastanti. A volte la morte. Si può ancora consentire l'uso di strumenti di tortura legalizzata?», scrive la garante sul suo profilo Facebook.
«Il taser – prosegue Testa rispondendo ai commenti di alcuni follower che difendono i carabinieri – è uno strumento pericoloso e andrebbe vietato». Sono «le statistiche che confermano l’alto rischio di arresto cardiaco, convulsioni, perdita del controllo muscolare, dolori atroci. Non possiamo utilizzare le scariche elettriche per sedare chi ha un disagio psichiatrico».
«Affermazioni vergognose» quelle della garante, secondo Dario Giagoni, parlamentare sardo della Lega, per cui è «inaccettabile» definire il taser (voluto proprio da Salvini) come strumento di tortura.
«Le forze dell’ordine – argomenta Giagoni che in attesa degli accertamenti degli investigatori fa comunque le sue condoglianze alla famiglia della vittima - lo impiegano solo quando necessario, per proteggere vite e prevenire reati. L’uso responsabile del taser è stato utile in molte situazioni per immobilizzare persone in stato di alterazione che rischiavano di essere pericolose per la comunità, non va demonizzato ma contestualizzato. Sarebbe vergognoso privare le forze dell’ordine di uno strumento che non ha lo scopo di uccidere ma solo di immobilizzare chi delinque».
Quanto all’episodio di Olbia, va ricordato che «un carabiniere è stato ferito e civili sono stati aggrediti». E che «dinnanzi a delle aggressioni purtroppo non si possono usare le belle parole radical chic». Il parlamentare si dice «assolutamente certo che i carabinieri abbiano agito nel pieno rispetto della legge per tutelare sicurezza e legalità».
(Unioneonline/L)