«Ma questo è mio figlio», esclama Massimiliano Masia quando la radio di bordo gracchia i nomi delle persone da soccorrere e sente il nome di Omar, il 25enne morto nell’auto precipitata dal ponte sulla strada Baldu-L’Agnata.

Vigile del fuoco, Masia è di turno sabato notte e come altre centinaia di volte sale sull’autopompa che parte dalla caserma di Tempio diretta alle campagne di Baldu. Durante il tragitto capisce che in quell’auto c’è il figlio Omar, quando arriva sul posto e scende coi colleghi sul greto del torrente capisce anche che è quello che sta peggio di tutti, è ancora dentro la Bmw. Vive ogni istante della tragedia, compresi i vani tentativi dei soccorritori del 118 di salvare la vita al giovane.

La storia rimbalza da una chat all’altra dei Vigili del fuoco, in tutta Italia: «Ha visto il figlio morire, siamo scioccati. Siamo con il nostro collega e saremo a Tempio in divisa per il funerale di Omar».

Il ponte di Baldu ora sarà sempre il posto di Massimiliano e Omar.

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