Una persecuzione durata diversi mesi, denunciata dalla vittima, e poi i colpi mortali alla testa alla fine dell’ultima lite. Questo secondo la Procura di Tempio è il quadro dell’omicidio Unida.

Oggi i giudici della Corte d’Assise di Sassari hanno sentito gli investigatori dell’Arma che si sono occupati della tragica fine di Davide Unida, colpito mortalmente a Luras ai primi di luglio del 2023. Fabio Malu, accusato di omicidio volontario, stando a quanto emerso oggi, ha colpito la vittima con il manico di un aspirapolvere cinque volte, indirizzando i colpi tra il collo e la fronte di Unida. La vittima impugnava un’accetta.

I testimoni hanno confermato che Malu uscì di casa armato, con in mano il tubo metallico, dopo aver visto Unida con l’accetta.

Il processo (foto Busia)
Il processo (foto Busia)
Il processo (foto Busia)

I Carabinieri hanno confermato i presunti atti persecutori nei confronti della persona uccisa.

I testimoni hanno risposto alle domande del difensore di Malu, Giampaolo Murrighile, e del legale di parte civile, Sergio Milia. Nel corso dell’udienza è stato mostrato un filmato che documenta il delitto. La prossima udienza è stata fissata per il 24 giugno.

Il pubblico ministero Alessandro Bosco ha citato per martedì prossimo altri investigatori dell’Arma.

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