«Per loro non ero una persona, ero un oggetto, non era rilevante che avessi un nome, ero semplicemente il loro divertimento e questo dimostra che loro sentissero di avere il potere».

A parlare nel Tribunale di Tempio è una delle vittime della presunta violenza sessuale di cui sono accusati Ciro Grillo, figlio di Beppe, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia.

I quotidiani “La Repubblica” e “La Stampa” hanno pubblicato alcuni stralci della testimonianza della ragazza, che si è tenuta in due udienze gli scorsi 22 e 23 settembre, su quanto avvenuto la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villa di Porto Cervo di proprietà della famiglia Grillo.

La presunta vittima sarebbe anche stata ripresa con un cellulare mentre dormiva sul divano, intorno a lei Lauria, Grillo e Capitta con atteggiamenti offensivi e dai chiari riferimenti sessuali.

«Quando ho saputo di essere stata ripresa mentre dormivo mi sono sentita come se al mondo non ci fosse sicurezza, come se fosse una cosa che può succedere tante altre volte. Chi fa queste cose sente di avere potere sulla vittima, il potere che è dato dal loro essere maschi, ragazzi di vent’anni anche con i soldi».

Una notte da cui la ragazza, una studentessa milanese, è uscita traumatizzata: «Penso che vorrei uscire con un ragazzo. Magari mi interessa qualcuno, ma ho sempre quel pensiero in testa: come fai a sapere che non è uno che farebbe una cosa così».

La giovane ha anche parlato del modo in cui la sua vita è stata sconvolta quando la notizia ha cominciato a circolare: «Inizialmente quando ho saputo delle foto che mi hanno scattato nella mia testa ho fatto finta che non esistessero. Poi andando avanti la vicenda giudiziaria mi sono dovuta fare forza e ho ammesso che era tutto vero, sono stati momenti difficili».

Il 7 e l'8 novembre e il 13 e 14 dicembre sul banco dei testimoni salirà, invece, la principale accusatrice dei quattro, la ragazza italo-norvegese che ha denunciato di essere stata violentata la stessa notte del 2019.

(Unioneonline/L)

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