Si è aperta con un'ora di ritardo l'udienza del processo a porte chiuse al tribunale di Tempio Pausania a carico di Ciro Grillo, figlio di Beppe, e dei suoi tre amici genovesi, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Sono accusati di violenza sessuale di gruppo su due ragazze, fatti che sarebbero avvenuti nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, nella villetta a schiera di proprietà della famiglia Grillo, a Porto Cervo.

L'apertura dell'udienza è slittata perché c'era prima da inaugurare una nuova sala del Tribunale, intitolata a Rosario Livatino, il magistrato assassinato da Cosa nostra il 21 settembre 1990, ad Agrigento.

Nessuno dei quattro imputati, né le due presunte vittime, si sono presentati in aula.

LA MADRE DI GRILLO – Oggi in aula, davanti al collegio dei giudici, presieduto da Marco Contu (a latere Nicola Bonante e Marcella Pinna), diversi testimoni, fra cui Parvin Tadjk, moglie di Beppe Grillo e mamma di Ciro, che nella notte della presunta violenza dormiva nella casa accanto. La sua deposizione è durata un'ora esatta. "Non ho sentito o visto nulla di anomalo" ha detto in aula come riferito dagli avvocati della difesa all'uscita dall'udienza. Le due abitazioni nel residence di Porto Cervo sono adiacenti, separate da una parete sulla quale, a detta di Tadjk, i ragazzi bussavano abitualmente per avvisare del loro rientro.

LE ALTRE TESTIMONIANZE – Ai giudici un’amica della donna, la teste Maria Cristina Stasia, ospite di Parvin Tadjk nella notte della presunte violenza, ha anche riferito che la mattina dopo il presunto stupro vide una ragazza in accappatoio e con un asciugamano a turbante sulla testa nel patio della casa dove soggiornavano i ragazzi. "Fumava tranquillamente, non sembrava in difficoltà e non ha chiesto aiuto", ha spiegato.

Ad essere sentiti anche la donna che si occupava delle pulizie nella villetta a schiera dei Grillo, che ha riferito di avere visto le due ragazze andare via in auto con due degli amici genovesi intorno alle 14.30 del 17 luglio. Erano tranquille e non lasciavano trasparire alcuna inquietudine, ha precisato.

E poi davanti ai giudici i gestori e il personale delle farmacie e dei bar dove le due ragazze e gli imputati si sarebbero recati prima della serata al Billionaire e dopo la notte a casa Grillo. "È passato troppo tempo, è impossibile ricordare se quei ragazzi sono entrati nel nostro bar. Abbiamo anche un sistema di telecamere, ma i carabinieri sono venuti da noi nell'aprile 2021, due anni dopo, le immagini erano già state cancellate" ha dichiarato ai giudici e poi ai giornalisti Ivano Carta, uno dei titolari del bar tabacchi "Il caffè degli artisti" di Porto Cervo, dove la ragazza che ha denunciato di essere stata stuprata da Ciro Grillo e dagli amici sarebbe andata a compare le sigarette insieme ad uno dei ragazzi imputati.

“MOLTE CONTRADDIZIONI” – "Nelle testimonianze di oggi sono emerse numerose contraddizioni che contesteremo, anche con produzione documentale, nelle prossime udienze. Non posso entrare nel merito, ma dire che non si sono sentite grida o che non ricordano di avere visto i ragazzi non ha alcuna rilevanza". Così Dario Romano, avvocato di parte civile che cura gli interessi di una delle due presunte vittime, alla fine dell'udienza.

(Unioneonline/v.l.)

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