Aumentano le donazioni di organi in Gallura: al Giovanni Paolo II di Olbia la percentuale di chi esprime il consenso è passata dal 33 al 63 per cento in un anno. Secondo i dati registrati nell'Unità operativa di anestesia e rianimazione della Asl Gallura, su undici casi di morte accertata nel 2024, in sette è arrivata l'espressione di volontà a donare contro due casi su sei riscontrati nell'anno precedente e a gennaio 2025 sono stati espressi due consensi.

"Lo scorso anno sulle sette espressioni di volontà manifestate in vita dai pazienti deceduti o dai loro familiari dopo l'accertamento di morte, l'idoneità si è avuta in due casi per i quali si è potuto procedere con il prelievo multiplo di organi mentre per i due casi di questo inizio d'anno l’idoneità è stata riscontrata negli organi di un solo paziente", ha spiegato il direttore dell'Unità di anestesia e rianimazione, Roberto Passaro, sottolineando la crescita della sensibilità verso la cultura della donazione.

"La scelta di donazione per i familiari può cambiare il modo di vedere le cose, può diminuire il dolore dando un futuro a chi non lo ha”, ha detto la dottoressa coordinatrice locale dei prelievi, Fabienne Fonnesu. Un lavoro di squadra che, ha affermato il direttore sanitario della Asl Gallura, Raffaele del Fazio, coinvolge anche "le altre strutture sarde, tra le quali il Centro regionale trapianti, ed extraregionali". Intrapreso a ottobre scorso il percorso di donazione a cuore fermo, in Sardegna le prime segnalazioni di donazione sono state a gennaio, quattro di cui una effettuata all'ospedale di Olbia. “Il prelievo non è andato a buon fine per inidoneità ma il caso farà da scuola per altri simili che dovessero verificarsi in questo territorio", ha spiegato Fonnesu.

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