Il decesso di Gianpaolo Demartis non sembrerebbe collegato all’utilizzo del taser, anche se per accertare la causa della morte dovranno essere effettuati ulteriori esami.

Queste le prime indiscrezioni che filtrano dall’autopsia sul corpo del 57enne, che sabato scorso è morto dopo essere stato bloccato con la pistola elettrica a Olbia al culmine di una serata in cui aveva aggredito cittadini e carabinieri.

L’esame svolto da Salvatore Lorenzoni avrebbe confermato la morte per arresto cardiaco e riscontrato le pregresse problematiche al cuore della vittima. Ora ci vorrà qualche settimana per il deposito della relazione conclusiva, nel frattempo saranno effettuati altri esami.

All'autopsia ha partecipato anche il consulente, il dottor Francesco Serra dirigente medico della Asl di Sassari, nominato dal SIC, sindacato indipendente Carabinieri che ha incaricato la legale del foro di Milano Maria Paola Marro, esperta di diritto militare, per fornire la massima copertura legale ai due militari indagati.

Il SIC – si legge in una dichiarazione del segretario generale Luigi Pettineo - rileva che, a livello internazionale, i casi di decesso correlati in modo certo all’utilizzo del taser risultano «estremamente isolati e circoscritti». «In ogni caso – prosegue Pettineo - continuiamo a ritenere che i colleghi abbiano agito nella maniera corretta, applicando e rispettando pienamente il protocollo operativo previsto per l’impiego del taser. Da questo punto di vista siamo sereni e fiduciosi».

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