Servirà investire in infrastrutture per l’Einstein Telescope, «non solo quelle relative al telescopio in senso stretto, ma anche quelle che serviranno ad accogliere le persone». E la Sardegna, con il sito di Sos Enattos, sarebbe “il luogo ideale”. Lo ha detto il fisico Fernando Ferroni, componente del Comitato scientifico del progetto, presieduto dal Nobel Giorgio Parisi, in un evento dell'Accademia dei Lincei.

«Servirà un sistema di trasporti efficiente, con strade, ferrovie, collegamenti e serviranno anche servizi adeguati, come scuole, ospedali e alloggi», ha aggiunto Ferroni.

Il Governo si è impegnato a sostenere l'impegno finanziario per ospitare l'Einstein Telescope in Italia, con un finanziamento di 950 milioni di euro complessivi per i nove anni previsti per la costruzione (dal 2026 al 2035), come si legge nella lettera indirizzata ad Antonio Zoccoli, presidente dell'Infn, che è l'ente coordinatore della candidatura italiana per ET.

Ferroni ha ricordato che il progetto nel suo complesso ha un costo stimato di 1 miliardo e 736 milioni di euro, di cui 932 milioni per l'infrastruttura e 804 milioni di euro per la strumentazione scientifica: «Questa è la stima ad oggi, senza aver fatto una valutazione particolarmente accurata», ha osservato.

Il linceo ha evidenziato anche i motivi per cui la miniera di Sos Enattos in Sardegna costituirebbe il sito ideale: la regione, infatti, è inerte dal punto di vista sismico ed è caratterizzata da una densità antropica molto bassa, quindi il telescopio sarebbe isolato dalle vibrazioni. «Inoltre, permetterebbe lo sviluppo di un tessuto industriale nella zona - ha concluso - e sarebbe sicuramente un incentivo per i giovani del posto, che vedrebbero il mondo cambiare davanti ai loro occhi».

(Unioneonline/s.s.)

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