Ad Alghero è impossibile prenotare i voli low cost per la prossima stagione invernale. È l'epilogo più grave di una privatizzazione selvaggia degli aeroporti sardi, iniziata proprio nello scalo della Riviera del Corallo. 

Un piano, quello dei privati per “espropriare” gli scali sardi, da realizzare in quattro mosse. Manca solo l’ultima. La prima è la “svendita” dell’aeroporto di Alghero, a causa di presunte “perdite” che erano in realtà mancati pagamenti di contributi da parte della stessa Regione. La Giunta Pigliaru, dopo aver generato il buco, ha svenduto ad appena 10 milioni lo scalo al fondo F2. Passano pochi mesi e scatta «il licenziamento collettivo per riduzione di personale». Zero investimenti, zero incentivi per attrarre turisti con i voli low cost: obiettivo di F2i non è far crescere lo scalo, ma utilizzarlo come “cavallo di Troia” per scalare l’intero sistema aeroportuale sardo.

Mossa numero due: il 23 ottobre 2020 F2i compra l’80% dell’aeroporto di Olbia. Mossa numero tre, il 29 maggio di quest’anno, la fusione degli aeroporti di Alghero e Olbia. In un attimo l'aeroporto Costa Smeralda vale moltissimo, 330 milioni di euro, e quello di Alghero pochissimo, ridotto ad una sorta di elemosina, appena 22 milioni di euro.

Vittima della fusione è la Regione: deteneva il 29% ad Alghero e il 20% a Olbia, ora il suo portafoglio azionario si riduce al 2,93% più lo 0,36% della Sfirs. Il padrone di casa non ha le chiavi di due delle tre principali porte d’ingresso nell’Isola, e impugna l’intera operazione.

Ora è tutto pronto per la quarta e ultima mossa: nel mirino c’è l’aeroporto di Cagliari. Il piano è già scritto.

E le conseguenze della privatizzazione sono già ben visibili: Ryanair, la più grande compagnia low cost al mondo, ha cancellato Alghero dal proprio calendario invernale. In tutti gli altri aeroporti italiani e non solo si può prenotare anche dopo il 28 di ottobre. Ad Alghero no. 

Tutti i dettagli nell’articolo di Mauro Pili sull’Unione Sarda in edicola e sull’app

© Riproduzione riservata