Dermatite bovina (e non solo), l’esperto: «Basta complottismi di fronte alla complessità»
Il medico veterinario Alberto Laddomada: «Non esistono misteriosi piani contro l’Isola e chi la abita. Senza formazione e consapevolezza si crea lo spazio per fomentatori e incantatori di serpenti»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dermatite bovina, lingua blu, West Nile e altre epidemie. La prima colpisce soprattutto in Sardegna, ma non solo. Le altre sono diffuse e non sono un problema solo isolano. Anzi. Cosa sta succedendo? L’analisi di Alberto Laddomada, medico veterinario, già a capo dell’Istituto zooprofilattico sperimentale e della task force contro la peste suina in Sardegna.
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I disinformatori complottisti ne hanno inventato e ne inventano di tutti i colori sulla dermatite bovina e sul suo arrivo in Sardegna: chi scomoda la mafia ucraina, chi si immagina laboratoristi diabolici che passano il tempo a costruire nuovi virus e nuovi insetti per distruggere i nostri allevatori, chi pensa che la dermatite faccia parte di un piano architettato per desertificare le nostre campagne e dare così spazio alle pale eoliche (quando è invece il drammatico calo delle nascite associato a nuove forme di emigrazione che sta spopolando le zone interne della Sardegna).
Ma dietro la dermatite bovina non c'è nessun complotto. Personalmente, imparai parecchio sulle problematiche rappresentate da molte malattie infettive dell'uomo e degli animali quando circa 35 anni fa studiai virologia a Londra e a Pirbright (in quest'ultima cittadina del Surrey ha sede uno dei più prestigiosi istituti al mondo dove si studiano le malattie animali), anche se all'epoca le conoscenze erano meno avanzate rispetto a quelle odierne.
Imparai innanzitutto che la suddivisione tra "virus animali" e "virus umani" è molto sottile e fragile, o addirittura inesistente, per via della frequenza con cui molti virus si trasmettono dagli animali all'uomo e viceversa; e che molti virus possono essere capaci di cambiamenti rapidissimi quando infettano una nuova specie, diversa da quelle che infettavano in precedenza. E che alcuni virus sono capaci di questi "cambiamenti" molto più di altri: il virus della dermatite bovina, ad esempio, è piuttosto "stabile" (ma non per questo meno pericoloso).
E capii molto meglio il pericolo posto da quelle malattie che vennero poi definite come malattie emergenti.
Cosa sono queste malattie emergenti? Questa è la definizione data dalla Organizzazione Mondiale della Sanità Animale: "Una nuova infezione risultante dall’evoluzione o dal cambiamento di un agente patogeno esistente, un’infezione nota che si diffonde in una nuova area geografica o popolazione, o un agente patogeno precedentemente non riconosciuto o una malattia diagnosticata per la prima volta e che ha un impatto significativo sugli animali o sanità pubblica”.
E' una definizione che può essere considerata troppo complessa, la riconosco, e potrebbe essere opportuno leggerla due o tre volte per capirla a fondo. Ma purtroppo siamo di fronte a problematiche complesse, che non possono essere eccessivamente semplificate; e allo stesso tempo i rischi posti da queste malattie possono essere estremamente seri, si pensi ai molti milioni di morti causati dalla pandemia da Covid-19, causata da un virus "passato" dagli animali all'uomo.
Alla base della origine e/o diffusione delle malattie emergenti (come, lo vedremo, è anche la dermatite bovina), non sono oscuri complotti ma bensì i cambiamenti climatici che ormai tutti stiamo osservando, lo sconvolgimento degli ecosistemi (con una popolazione mondiale che cresce continuamente, specie in alcuni paesi), le nuove pratiche di allevamento, i commerci e i movimenti sempre più intensi di uomini, animali e prodotti ovunque nel mondo. Una tendenza globale molto difficile da arrestare.
Un esempio tipico di malattia emergente probabilmente dovuta ai cambiamenti climatici è la Blue Tongue, meglio conosciuta come lingua blu, che una volta era classificata nel nostro paese come "malattia esotica", presente solo in paesi a clima tropicale, e che quindi non ci riguardava direttamente. Ma che ormai è stabilmente presente allo stato endemico in tutto il bacino del Mediterraneo e sempre più frequente anche nell'Europa centrale e settentrionale. Si guardi ad esempio la mappa che mostra i focolai di lingua blu nel nostro paese nel solo 2025: si è ormai diffusa dappertutto, perfino in vicinanza della Alpi; e in numerosi altri Paesi europei la situazione è simile: altro che diffusione causata dal vaccino o complotto contro la Sardegna!
Un altro esempio di malattia emergente è la West Nile Fever, che - in passato assente in Europa - da alcuni anni causa problemi alla salute umana ed animale (cavalli) in particolari zone umide; per quel che riguarda la Sardegna, nell'Oristanese.
E la dermatite bovina è un altro esempio di malattia emergente, visto che negli ultimi vent'anni si è diffusa sempre di più dall'Africa verso il Medio Oriente, l'Asia e l'Europa. E purtroppo è arrivata recentemente anche in Sardegna e in Francia. Non sappiamo ancora come ci sia arrivata, e questo ci limita nelle decisioni sulle misure preventive più appropriate da intraprendere per proteggerci meglio in futuro da simili rischi.
In ogni caso si tratta di problemi complessi, che non possono essere risolti con soluzioni facili, tipo "blocchiamo i porti" o cose simili.
Tuttavia, una cosa è sicura: quello di cui siamo carenti o addirittura molto carenti sono innanzitutto la consapevolezza e la formazione di autorità politiche e sanitarie, medici e veterinari, tecnici dell'agricoltura, allevatori e altri operatori della filera agro-alimentare e cittadinanza in generale.
Di fronte a problematiche complesse e dal grande impatto, anche mediatico e politico, senza consapevolezza e formazione - adeguati al ruolo e alle responsabilità di ognuno - ci sarà sempre spazio per disinformatori, incantatori di serpenti, complottisti e fomentatori vari, che non faranno altro che rallentare e ostacolare la nostra capacità di risposta a queste malattie: l'esempio della dermatite bovina in Sardegna è evidente.
Alberto Laddomada