Chi ha patito i disagi della guerra ha insegnato ai figli e ai nipoti che il cibo non va sprecato perché c'è chi non ne ha. Eppure ogni giorno dilapidiamo un terzo del cibo che produciamo. Lo dice la Fao, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura. In tutto il mondo si gettano via 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti e l'Italia dei cinque milioni di poveri non fa eccezione. La Sardegna nemmeno, nonostante la crisi economica, come certifica l'Istat, abbia scaraventato 107.400 famiglie in uno stato di povertà relativa, quella condizione che rende difficile acquistare beni e servizi, cibo compreso.

31MILA IN FILA PER IL CIBO - Non è un caso che ogni giorno 31mila sardi si rivolgano alle associazioni caritatevoli regionali per trovare un pasto caldo (nelle mense o a domicilio) o ritirare derrate alimentari. Merci donate da un numero sempre maggiore di fornitori che dal settembre del 2016 sono incentivati a farlo da una legge contro lo spreco alimentare.

I centri di assistenza della Caritas, attivi in tutte le diocesi sarde, ricevono gran parte degli alimenti dall'Agea, l'Agenzia per gli aiuti in agricoltura. "A Cagliari nel 2016 abbiamo ricevuto 300 tonnellate di pasta, latte, scatolame, olio, legumi, tonno e formaggi che distribuiamo alle circa ottomila famiglie che ci chiedono aiuto, ciascuna delle quali ha diritto a una fornitura una volta al mese", racconta Antonello Atzori, uno dei 30 volontari che operano nella struttura del capoluogo.

Il resto arriva da estemporanee donazioni da parte di aziende (come la 3A di Arborea), da raccolte nei supermercati Conad e del gruppo sardo Superemme (Pan, HarDis), da "Miracolo di Natale", l'iniziativa organizzata da 18 anni dal conduttore tv Gennaro Longobardi "e dall'otto per mille che utilizziamo per integrare i pacchi per i poveri aggiungendo, caffè, detersivi o altro", aggiunge Atzori.

IL BANCO ALIMENTARE - La Fondazione Banco alimentare lo scorso anno ha distribuito a 20 mila famiglie sarde 1600 tonnellate di alimenti. Anche in questo caso la parte più consistente arriva da Agea, che ha un budget comunitario, il resto da grandi aziende (tra le quali Barilla, Ferrero, San Pellegrino), dalla Grande distribuzione (Auchan e Metro sono convenzionate, il gruppo Superemme collabora nelle giornate della colletta alimentare).

"Abbiamo convenzioni con 160 strutture assistenziali, tra cui Caritas parrocchiali e volontariati vincenziani, e con molte mense", racconta Giorgio Frasconi, responsabile regionale della Onlus che opera quotidianamente per contribuire alla soluzione dei problemi della fame, della povertà e dell'emarginazione attraverso la raccolta e la ridistribuzione delle eccedenze delle produzioni agricole, delle industrie alimentari e della Grande distribuzione.

LA CROCE ROSSA - Fernanda Loche, presidente della Croce rossa cagliaritana, coordina 34 volontari che distribuiscono alimenti a circa 4mila bisognosi nell'area del capoluogo. "Il lunedì vengono i bambini, il giovedì gli adulti ai quali diamo viveri e vestiario mentre due volte alla settimana andiamo noi a trovare i senza dimora", riferisce. La merce arriva da Agea, da raccolte alimentari e da un piccolo budget messo a disposizione da donatori, lo scorso anno 40mila euro.

GLI AGRICOLTORI - Un contributo arriva dai trenta mercatini settimanali della Coldiretti. "Quando avanza merce i produttori fanno offerte speciali e ciò che non vendono lo devolvono ad associazioni e comunità che vengono a fine mattina", racconta Efisio Perra, presidente provinciale di Coldiretti Cagliari. Filippo Vargiu, amministratore di Agricentrum che produce orticole in pieno campo con metodi biologici, è tra coloro che devolvono: "Più o meno trenta chili alla settimana ma molte eccedenze le trasformiamo in creme e prodotti sott'olio".

LE MENSE - Anche alla Corisar, azienda leader nelle mense aziendali con 8mila pasti al giorno e 250 dipendenti, contribuisce consegnando estemporaneamente le confezioni di cibo cotto che avanzano "Più spesso distribuiamo pane o frutta, cioè cibo non contaminato".

SUPEREMME - Silvia Massa, responsabile marketing del gruppo Superemme, 30 punti vendita con insegna Iper e Super Pan e 16 col logo HarDis, evidenzia la responsabilità sociale della sua azienda nei territori in cui opera: "Partecipiamo a iniziative per Croce rossa, Banco alimentare e Caritas, abbiamo fatto raccolte in occasione di alluvioni, raccogliamo fondi per altre iniziative, da ThalassAzione all'Airc", spiega. "Riceviamo molte richieste di aiuto da parte di associazioni e nel 2018 abbiamo deciso che a scegliere a chi donare saranno i nostri clienti".

Fabio Manca

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