Due "padroni" diversi (Autorità portuale e Comune), due strumenti urbanistici altrettanto diversi: il Piano urbanistico comunale e il Piano regolatore del porto. E ogni volta bisogna avviare dialoghi infiniti, ostacolati dalla burocrazia, condividento ogni piccola decisione una per una. Impossibile, in queste condizioni, realizzare il lungomare in una città che ha il mare, ma davanti al quale non si può passeggiare come avviene invece in tutte le città costiere del mondo.

La soluzione potrebbe essere il protocollo d'intesa firmato dal sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, e dal presidente dell'Autorità di sistema portuale della Sardegna, Massimo Deiana.

Quest'ultimo ha il suo Piano regolatore, il Comune sta modificando il proprio per armonizzarlo con il Piano paesaggistico regionale e il Pai (Piano di assetto idrogeologico) della Regione. Da quelle basi nascerà il piano del lungomare.

L'intesa, di fatto, prevede la continua collaborazione tra Comune e porto per modificare i propri strumenti di programmazione urbanistica e regalare, finalmente, alla città un lungomare che parta da Giorgino e conduca fino al canale di Terramaini.

Per arrivare a una pianificazione bisogna pur partire, e ora lo si fa: il piano che prevede come trasformare il lungomare zona per zona, decidendo quale utilizzo avrà ogni singolo punto, è atteso per i primi giorni del 2022, quando si passerà alla fase esecutiva. Ancora non ci sono idee per le singole zone, ma la filosofia generale sì. Basterà rimanere entro i termini dell'accordo e tutto si potrà fare in fretta.
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