Mobilità, sardi in ostaggio degli orari: voli fantasma e risposte “surreali”
Il passeggero Mauro Rosella: «La continuità territoriale resta una promessa a scadenza variabile»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un volo prenotato con largo anticipo, tre cambi d’orario, una soppressione improvvisa e un servizio clienti che suggerisce di «partire il giorno dopo».
Non è il racconto di un’avventura aerea oltreoceano, ma l’ennesimo cortocircuito nella continuità territoriale sarda. A subirlo questa volta è stato Mauro Rosella, magistrato in pensione, che per raggiungere Roma, insieme alla moglie, il 14 maggio ha dovuto rinunciare a programmi, orari e perfino a un briciolo di certezza.
A dimostrazione che volare da e per la Sardegna si conferma essere un privilegio a cui si accede per tentativi.
Tutto inizia con una prenotazione fatta per tempo: un volo comodo, alle 13.30, da Cagliari a Roma, scelto con cura per consentire alla famiglia Rosella di partire senza affanni. Ma il tempo delle certezze dura poco. Una prima e-mail della compagnia Aeroitalia comunica che, «per motivi organizzativi», il volo è stato anticipato alle 11.10. Fin qui, un disagio gestibile. Ma poco dopo, una seconda comunicazione lo sposta ulteriormente: nuova partenza alle 10.30.
Mauro Rosella, colto in contropiede, prova a riorganizzarsi. Muoversi di prima mattina, però, è complicato per «problemi sanitari», spiega l’uomo. Così contatta il servizio clienti: chiede spiegazioni, propone di tornare al volo delle 11.10. La risposta è grottesca: «Quel volo è stato abolito, come anche quello delle 13.30». E la proposta risolutiva? «Se vuole può partire il giorno dopo».
È chiaro però che il viaggio, pianificato per il 14 maggio, non può slittare: ci sono appuntamenti già fissati, una macchina a noleggio da ritirare alle 15 e penalità economiche in caso di ritardo. «Eppure io non mi sono inventato i voli, quando ho prenotato nel sito c’erano le opzioni da me scelte».
Ora dunque, la sola opzione rimasta – e accettata – è un volo alle 18.30, che fa saltare tutto il programma e costringe Rosella a pianificare nuovamente ogni dettaglio.
«Pretendono di vendere un prodotto che non sono in grado di garantire», commenta seccamente l’ex magistrato, riassumendo però in una frase lo stato d’animo di migliaia di passeggeri sardi.
Per il ritorno, paradossalmente, tutto fila liscio, ma il danno, ormai, è fatto: ore perse, disagi e costi collaterali che restano a carico del viaggiatore. «Il diritto alla mobilità trasformato in roulette quotidiana, la continuità territoriale resta una promessa a scadenza variabile», conclude l’uomo.