«Perché ai contadini dico che in un campo è più sicuro seminare un miscuglio anziché una sola varietà di frumento?

Perché indipendentemente da come va l’annata, ci sarà sempre un risultato. Nessuno mai morirà di fame».

Salvatore Ceccarelli, agronomo e genetista di fama mondiale, ha lavorato con gli agricoltori in Siria, Giordania, Yemen, Eritrea, Iran, Algeria, Uganda, Marocco.

Paesi dove siccità prolungate e aridità del terreno mettono a rischio il raccolto, e per questo - con la tecnica del miscuglio dei semi - si riesce sempre ad avere una produzione anche nelle annate più cattive.

Secondo questo metodo di coltura, ogni campo viene diviso in parcelle numerate, in ciascuna delle quali viene messa a dimora una varietà diversa di frumento.

Così il raccolto viene garantito comunque, anche nelle condizioni più difficili, di clima asciutto e zolle sterili.

E la Sardegna, avvisa, oggi «che si va verso climi più asciutti e caldi, visto che già non è piovosissima probabilmente subirà effetti più di altre regioni. È necessario pensarci per tempo. Non è facile adattare le piante al clima del futuro, prima si comincia meglio è».

Intanto si comincia dai campi sperimentali del Sulcis - a Masainas, San Giovanni Suergiu e Calasetta - dove da due anni il professore guida un progetto di miscuglio dei semi di grano duro e frumento tenero.

Oggi su L’Unione Sarda il servizio e l’intervista
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