L’anestesista Tomaso Cocco, sebbene in via provvisoria e in qualità di sostituto, è tornato a dirigere la Struttura Semplice Dipartimentale della Terapia del Dolore dell’Asl 8 di Cagliari.

La nomina, firmata dal direttore generale Marcello Tidore, acquisiti i pareri del direttore sanitario Roberto Massazza e del direttore amministrativo, Gianluca Calabrò, si è resa necessaria per garantire un timone amministrativo alla struttura, per il tempo strettamente necessario a completare la selezione di un nuovo primario.
Nel settembre 2023, il medico cagliaritano era già stato nominato alla guida del reparto di Terapia del Dolore nato all’ospedale Marino di Cagliari: un centro d’eccellenza che ha sostituito l’ambulatorio ospitato al Binaghi. Un punto di riferimento per circa 2000 pazienti che soffrono di patologie di ogni tipo, capace di erogare 10.500 prestazioni nell’arco dodici mesi per mitigare la sofferenza di chi convive con dolori cronici e lancinanti.

Pochi mesi dopo quella nomina, Tomaso Cocco era stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Monte Nuovo”, l’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari e del Ros dei Carabinieri che ipotizza l’esistenza di un’associazione mafiosa finalizzata a commettere reati contro la pubblica amministrazione.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti il gruppo vedeva assieme colletti bianchi ed esponenti storici della criminalità nuorese del passato, tra questi Nicolò Cossu e Tonino Crissantu.

Tra i tanti indagati dalla Dda nell’ambito dell’inchiesta ci sono anche l’ex assessora regionale all’Agricoltura, Gabriella Murgia, e il rettore di Sassari, Gavino Mariotti, ora candidato a sindaco della sua città per il centrodestra.

Il primario Cocco dopo aver trascorso alcuni mesi in carcere (a Uta e poi al Pignatelli di Palermo) è stato liberato. Nonostante il Tribunale del Riesame di Cagliari avesse escluso l’ipotesi di associazione mafiosa, ipotizzando una semplice associazione a delinquere finalizzata a compiere reati contro la pubblica amministrazione, i magistrati della Dda hanno tenuto l’imputazione legata alla mafia e ad una presunta associazione segreta.

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