"Per il deposito nazionale delle scorie nucleari penso dobbiamo escludere zone come la Sardegna che comportino il passaggio del materiale attraverso il mare, con rischi ambientali inutilmente grandi". Lo ha dichiarato il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa (M5S), a margine di un convegno oggi alla Scuola Ufficiali dei Carabinieri a Roma.

E dopo anni di battaglie e di timori, l'Isola intera tira un sospiro di sollievo.

In realtà anche ministri dei governi precedenti avevano escluso la possibilità che i rifiuti radioattivi fossero portati in Sardegna, ma l'ufficialità non c'è mai stata.

La Sogin, la società incaricata di trovare una soluzione allo smantellamento dei siti nucleari, ha predisposto una mappa dei potenziali luoghi in cui potrebbe nascere il deposito unico nazionale - una mega infrastruttura di superficie "dove saranno messi in sicurezza i rifiuti radioattivi prodotti in Italia, generati dall'esercizio e dallo smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari, dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca", spiega la Sogin.

L'elenco, trasmesso già da tempo ai ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico, non è ancora stato pubblicato. Aggiunge il ministro: "Ora siamo in una fase di aggiornamento della mappa sismica. Gli studi ci hanno mostrato che è necessario rivedere i siti potenzialmente interessati".

COS'È IL DEPOSITO NAZIONALE - Il Deposito Nazionale e il Parco Tecnologico - spiega la Sogin - saranno costruiti in un'area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al Deposito e 40 al Parco.

I 110 ettari del Deposito comprendono circa 20 ettari per le strutture per la sistemazione definitiva (celle ricoperte da una collina multistrato) dei rifiuti a bassa e media attività, circa 10 ettari per le strutture per lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti ad alta attività e il restante, circa 80 ettari, per gli impianti a supporto e le aree di rispetto.

Il Deposito sarà costituito da 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, all'interno delle quali verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con i rifiuti radioattivi.

Nelle celle verranno sistemati definitivamente circa 78.000 metri cubi di rifiuti a bassa e media attività.

Una volta completato il riempimento, le celle saranno ricoperte da una collina artificiale di materiali inerti e impermeabili. In un'apposita area del deposito, sarà realizzato un complesso di edifici idoneo allo stoccaggio di circa 17mila metri cubi di rifiuti ad alta attività, che resteranno al Deposito per un massimo di 50 anni per poi essere sistemati definitivamente in un deposito geologico di profondità.

In un'apposita area del deposito sarà realizzato un complesso di edifici idoneo allo stoccaggio di circa 17mila metri cubi di rifiuti ad alta attività, che resteranno nel Deposito per un massimo di 50 anni per poi essere sistemati definitivamente in un deposito geologico di profondità.
© Riproduzione riservata