Non che non fosse prevedibile che là sotto ci fosse qualche reperto antico. Cagliari non è di certo una sorpresa, sotto il profilo dell’archeologia romana. Non sarà un libro aperto, ma gli esperti sono al corrente che sotto terra, soprattutto in certi punti della città, è facile che riemergano tracce del passato.

Un acquedotto romano accanto alla stazione, a ridosso dell’area parcheggi, blocca i lavori per la metropolitana in piazza Matteotti.

La preoccupazione dei cagliaritani è però per le lungaggini che lo studio dei reperti comporterà. Il telone bianco poggiato nei giorni scorsi nel sito dei ritrovamenti è solo l’inizio di tutta una serie di passaggi burocratici. «E’ giusto che la Soprintendenza e i Beni culturali facciano i loro accertamenti», dice Pasquale Atzeni. La linea per la metropolitana però tarderà ad essere completata: «E’ da mettere nel conto, ma gli enti interessati troveranno senz’altro una soluzione».

I tassisti sono già rassegnati: «Con i tempi della burocrazia, la metropolitana si fermerà a piazza Matteotti e non fin dentro la stazione», dice Andrea Ghiani. «Il vero problema è la viabilità attorno a via Roma: il nuovo senso unico che il Comune ha deciso di istituire nel tratto davanti alla stazione verso via Roma non aiuta di certo. Vedrete la situazione che si creerà nei weekend quest’estate».

Pierangelo Porcu, del gruppo archeo Sesamo 2000, si è recato ieri a vedere il punto dove sono in corso i lavori: «L’acquedotto romano iniziava a Villamassargia ed è verosimile che arrivasse fino al porto in una delle sue diramazioni». Quindi chiosa: «Sarebbe interessante che, se emergessero reperti interessati, si trovasse il modo di renderli fruibili ai visitatori come è avvenuto a Sant’Eulalia».

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