Ha aspettato 50 anni per decidersi a fare qualcosa di concreto per ritrovare suo padre, mai conosciuto, e con una telefonata alla nostra redazione ha dato il via alla ricerca chiedendo l'aiuto dei suoi conterranei. Ha raccontato la sua storia e il suo cruccio. Ma soprattutto ha lanciato un appello: chi può aiutarmi a rintracciare il mio vero padre?

Elisabetta Mei abita a Torino, sposata, due figlie, la mamma ancora vivente, ha voluto fare questo tentativo e l'articolo pubblicato sul nostro sito ha suscitato molta curiosità, ma soprattutto solidarietà. In pochissimo tempo oltre 310mila persone hanno letto la storia, ad oggi 900 sono le condivisioni e centinaia di messaggi sono stati lasciati sulla nostra pagina Facebook e su Whatsapp (3351546482): da tutti, incoraggiamento, conforto e consigli, rivolti a Elisabetta, su come reagire a un'eventuale delusione, su come muoversi per approfondire la ricerca, su come sondare quel passato che tanto le sta a cuore. Un tam tam incessante, dalla pubblicazione dell'articolo tre giorni fa, replicato su L'Unione Sarda in edicola che ha intensificato la partecipazione alla ricerca di questo affetto perduto.

***

Il gran giorno è arrivato ieri, domenica. Anche se non è come Elisabetta lo aveva immaginato e in un certo senso temuto: il messaggio più importante, quello calzante, la pista giusta si potrebbe dire, è arrivato da un nipote di Luigi Taccori che generosamente, con grande slancio, ci ha inviato due foto in bianco e nero di un uomo, il padre di Elisabetta, con il suo nome, Samuel, e il numero di telefono per essere richiamato.

Fatte le dovute verifiche, abbiamo inoltrato il tutto a Elisabetta che subito ha preso contatti con questo parente che non sapeva di avere.

La segnalazione è autentica: Elisabetta ha messo insieme i tasselli e non c'è dubbio che si tratti di un parente molto vicino che può dirle molto. "Durante la telefonata, dopo il primo imbarazzo non ho avuto perplessità: dall'altra parte c'era finalmente una persona che mi dava informazioni preziose", ci racconta al telefono emozionata e felice, ma con un profondo rammarico: "Purtroppo sono arrivata tardi. Mio padre è mancato nel 1995. Sono molto dispiaciuta - prosegue con la voce rotta da un pianto sincero - ma ho avuto molte importanti notizie che mi aiuteranno a mettere - nella mia vita e al posto giusto - il tassello finora mancante".

Elisabetta ha così scoperto di avere due sorelle, "le ho già viste in foto su indicazione di Samuel, e ho notato che specialmente una è identica a me". Piange di dolore per quell'affetto paterno ormai irrecuperabile, ma c'è anche la gioia di aver trovato una parte delle proprie radici. Ora potrà farsi raccontare tutto di quel padre sconosciuto e tanto agognato.

Le sorelle, e se lo vorrà anche la vedova di Luigi Taccori, ancora vivente, potranno aiutarla a colmare questo vuoto e farle immaginare meglio quel papà, nonno delle sue figlie.

Tutto il resto ora avviene nel privato. Anche se Mediaset e la Rai le hanno già chiesto delle interviste.

***

Ne diamo conto fin qui ai nostri lettori, quelli che hanno seguito con attenzione questa vicenda, perché Elisabetta vorrebbe ringraziarli tutti. Tutti sono stati importanti, ma Samuel è stato il gancio giusto per arrivare a quella verità vera, finora solo cullata da Elisabetta nel suo grande cuore.

a.p.
© Riproduzione riservata