Due agenti della casa circondariale di Uta sono stati aggrediti da un detenuto.

I poliziotti, in servizio al reparto psichiatria del Santa Trinità di Cagliari, hanno subito anche delle conseguenze: "Uno ha infatti riportato la lussazione di una spalla", spiega Luca Fais, segretario regionale della Sardegna del Sappe, il sindacato autonomo della Polizia penitenziaria.

Autore dell'aggressione, "un detenuto sardo di circa 30 anni con gravi problemi psichiatrici" che nei giorni scorsi "ha messo in subbuglio tutto il reparto, distruggendo la propria camera di degenza".

Si è poi scagliato contro gli agenti, ferendone uno.

"La gestione di detenuti con patologie psichiatriche - aggiunge Fais - è particolarmente complicata e gli stessi hanno bisogno di essere assegnati in strutture specializzate dove poterne seguire il percorso di recupero. In Sardegna è presente un istituto dove vengono eseguite le misure di sicurezza a seguito della pericolosità sociale del soggetto, ma anche lo stesso penitenziario ha gravi problematiche di organico pertanto ogni nuovo ingresso viene gestito con enormi sofferenze per i poliziotti".

È necessario, quindi, "predisporre delle camere di sicurezza presso gli ospedali delle città dove sono presenti i principali penitenziari sardi e proprio nella giornata odierna lo stesso Prefetto di Oristano ha condiviso le problematiche prospettategli fra cui quella relativa alle camere di sicurezza".

Sulla vicenda interviene anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, che parla delle condizioni in cui lavorano gli agenti: "Sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti spessissimo inidonei a circolare per le strade del Paese, ma che assolvono al meglio ai difficili compiti di trasporto dei detenuti e alla loro sorveglianza".

(Unioneonline/s.s.)
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