Costerà almeno 600 euro in più lo smaltimento dei rifiuti speciali al mercato di San Benedetto di Cagliari.

L'aggravio dei costi riguarda circa sessanta operatori che vendono pesce e carne. Quelli che vengono definiti "rifiuti speciali" per loro, non lo sono per i cittadini né per i ristoratori che gettano i rifiuti di carne e pesce nell'umido.

"Avevamo un accordo con il Comune", spiega Massimo Ruggiu, presidente del Comitato San Benedetto, "un'azienda portava via i nostri rifiuti speciali ricevendo un fisso dal Comune che si aggirava intorno ai due euro circa, più 24 centesimi più Iva che dovevamo pagare noi per ogni chilo di rifiuto, ma da un giorno all'altro la ditta ha lasciato l'incarico".

Così, da lunedì scorso, i titolari dei box hanno dovuto riempire le celle frigorifere con tutti gli scarti, o talvolta chiedere anche ai clienti di portarsi via magari quelli dei pesci. "Il Comune ci ha abbandonato e chiesto di affidarci in maniera autonoma a una ditta", dice ancora Ruggiu, "l'abbiamo trovata, ma i costi sono elevati, soprattutto perché non c'è più quel contributo da parte dell'amministrazione, e in un periodo post Covid come quello attuale durante il quale continuiamo a pagare le conseguenze della pandemia, quell'aiuto servirebbe".

La direttrice dei mercati civici di Cagliari, Valeria Scarpa, spiega che "per legge lo smaltimento dei rifiuti speciali di macellerie e pescherie è un obbligo a carico dei concessionari. Il Comune, un anno fa, è intervenuto dando una mano organizzando il sistema di raccolta ma era situazione transitoria. Scaduto il contratto con la vecchia ditta, è stata anche fatta una gara per trovarne un'altra ma è andata deserta perché le "vecchie" condizioni", tutte a vantaggio dei concessionari, "non sono state considerate remunerative per le aziende".
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