Gatti che miagolano, figli che piangono, battute fuori onda e microfoni impazziti. L'attività del Comune di Cagliari in versione digitale offre uno spaccato inedito della vita di ciascun consigliere. La prima volta è stata il 22 aprile, quando dopo l'improvviso stop imposto dal coronavirus e i tempi necessari per organizzare la piattaforma digitale, il presidente Edoardo Tocco ha convocato la seduta sul web. La prassi è stata immediatamente estesa alle commissioni consiliari e alle riunioni della Municipalità di Pirri. Da quel momento l'amministrazione è così andata avanti tra tisane sorseggiate davanti all'iPad e telefonate fuori programma. C'è da dire che con il passare dei giorni i consiglieri di Palazzo Bacaredda hanno guadagnato dimestichezza con la tecnologia, imparato a spegnere (quasi sempre) i microfoni a chiusura del proprio intervento e a mostrarsi più disinvolti mentre - spesso in completa solitudine - si accalorano per difendere questa o quella teoria. Di questi trenta giorni abbondanti di politica in videoconferenza resteranno nella memoria di chi ne è stato protagonista o spettatore alcuni piccoli momenti di vita quotidiana che gioco forza hanno contaminato la vita pubblica della città. Non a caso in uno degli ultimi e attesissimi appuntamenti proprio Tocco in apertura ha avvertito: . Una cosa, alla luce di quel che è andato in onda, si può dire: i consiglieri sono degli abitudinari e tendono a prediligere sempre la stessa postazione. Dunque, mentre sindaco e presidente si collegano dal proprio ufficio in Municipio (rigorosamente in abito blu), il resto della squadra si sistema dove può cercando di trovare un punto all'interno della propria abitazione o del posto di lavoro, purché la connessione internet regga per tutta la durata della seduta. Esistono così scenografie che ritornano, piccole finestre sulle case degli amministratori che da diversi quartieri della città si ritrovano su Teams. Qualche esempio: le dirette di Pierluigi Mannino hanno quasi sempre come sfondo gli animali di un coloratissimo quadro di Bob Marongiu, mentre Alessandro Fadda trasmette ignorando alle proprie spalle una lavagna nella quale è affisso un calendario da cucina e altri mille fogli e promemoria. Alle sinistra di Roberto Mura, invece, compare spesso quella che sembra l'iconica fotografia degli operai che costruirono i grattacieli di New York. E ancora: sono entrate nell'archivio del Consiglio le tantissime foto di famiglia incorniciate d'argento che si trovano sulla mensola alle spalle dell'assessore Alessio Mereu, proprio come l'arco illuminato da una tenue e calda luce gialla a pochi metri dalla scrivania prediletta dalla sempre elegantissima Camilla Soru. Al di là delle stanze dei consiglieri colpisce poi il tipo di ripresa. Qualcuno - usando il computer o sistemando l'iPad a una giusta distanza - riesce a gestire la microcamera senza difficoltà: d'altronde le lunghe settimane di quarantena e videochiamate hanno insegnato a molti la strategia per ottenere l'inquadratura migliore. Qualcun altro, invece, non bada troppo alla forma e pensa solo a far arrivare chiaro il proprio messaggio all'assemblea: per questo parla forte dentro al microfono, resta incollato all'obiettivo e offre di sé un quarto di fronte e la montatura degli occhiali.

Riguardando le tante registrazioni della politica in streaming poi è impossibile non notare una cosa: in commissione va per la maggiore uno stile casual, meno giacche e più T-shirt. Durante l'ultima seduta di Statuto e Regolamenti, per esempio, la presidente Giulia Andreozzi ha proposto una candida maglietta bianca con un grande cuore rosso. Ancora non è dato sapere per quanto tempo sarà necessario che la cosa pubblica si amministri sul web. Nel frattempo si può prendere atto di una cosa: le distanze, paradossalmente, hanno aiutato il dialogo: perché sulla piattaforma digitale serve rispettare con severità le regole. E' vietato (e inutile) interrompere. A chi cerca di coprire la voce di un altro con la propria viene chiuso il microfono: così avrà il tempo di ascoltare prima della replica.
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