Sono tanti fra ex compagni, amici e società in cui ha giocato a ricordare Andrea Capone, trovato morto a 43 anni stamattina in una stanza d’albergo a Palazzo Tirso a Cagliari. L’ex calciatore, che aveva smesso di giocare nel 2010 per scelta, era rimasto a vivere e lavorare nel capoluogo, dove da poco aveva preso in gestione il negozio in centro del padre Franco, che lo aveva avviato al calcio all’Atletico Sirio di cui era presidente, nello storico campo di via Castiglione.

«Per me oggi è una giornata veramente triste, un grande dolore», afferma Bernardo Mereu, ora responsabile del settore giovanile del Cagliari e che ha avuto un lungo rapporto con la famiglia. «Lo ricordo fin da quando era piccolo, avevo un'amicizia forte col padre: eravamo partiti assieme per assistere al suo esordio in Serie C1 col Sora. Ricordo l'orgoglio del padre per un figlio che giocava così bene e tante occasioni in cui eravamo andati a seguirlo».

Anche il club rossoblù ha mandato un messaggio di cordoglio: «Tutto il Cagliari Calcio apprende con sgomento e profonda tristezza la notizia della scomparsa di Andrea Capone, morto a soli 43 anni», la nota della società. «Il legame con la sua Terra rimarrà impossibile da scalfire, per un ragazzo da sempre noto per professionalità, dedizione e passione. Qualità che rimarranno nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, incontrarlo dentro e fuori dal campo. Il Cagliari Calcio si stringe alla famiglia in questo momento di forte dolore».

«Ci mancheranno il tuo garbo e la classe che mostravi nella vita proprio come facevi in campo. Riposa in pace Andrea, da sempre e per sempre cuore rossoblù», ha scritto su X il presidente Tommaso Giulini.

Fra i suoi compagni in tanti avevano condiviso con Capone il passaggio fra giovanili e prima squadra in rossoblù. «È una notizia devastante», dice Emiliano Melis. «Siamo arrivati da ragazzini, come altri fra cui Andrea Pisanu e Davide Carrus, a fare la trafila delle giovanili. Avevamo due anni di differenza e siamo arrivati a coronare il sogno di giocare entrambi in Serie A». Sebastiano Pinna, ora allenatore della Ferrini, con Capone ha condiviso la promozione in A del Cagliari nel 2004: «Un ragazzo d'oro, il padre è stato mio presidente quando ero piccolo. Ho seguito la sua crescita da giocatore, fino a diventarne compagno di squadra. Una persona splendida, un ragazzo pulito. Aveva delle qualità pazzesche, secondo me poteva fare ancora di più rispetto a quanto di buono ha fatto in carriera. Ne ho un ricordo bellissimo».

Nicola Manunza, ex calciatore ora allenatore del Villasimius, aveva visto Capone di recente: «Siamo sempre rimasti in contatto, ero passato da poco in negozio a salutare lui e la madre», le sue parole. «L'ho conosciuto fin da piccolo, avevo iniziato a giocare alla scuola calcio all'Atletico Sirio. Poi io ero andato al Cagliari e a seguire è arrivato lui».

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