Tutto è nato da una discussione con il padrone di casa per gli affitti non pagati, poi la lite è degenerata in omicidio. È successo un anno fa in via Ogliastra, nel quartiere cagliaritano di Is Mirrionis.

Ma Fabrizio Congiu, il 53enne accusato di aver ucciso un anno fa Venerato Sardu, ora è libero seppur con l’obbligo di dimora a Sestu, di firma e il divieto di espatrio. La scarcerazione sabato scorso per la scadenza dei termini di custodia cautelare, almeno sino all’esito del futuro processo. L’inquilino, disabile e disoccupato, era andato da Sardu per chiarire la questione degli arretrati. Ma il nodo non è mai stato sciolto e l’incontro è terminato con la morte del 75enne.

Dura e sofferta la risposta della figlia di Sardu, Isabel, che sul suo profilo Facebook ha condiviso quanto successo, chiedendo aiuto: «È stato messo in libertà un assassino. Una violenza oltre la violenza per ciò che ci ha investiti e lasciati agonizzanti per la strada. A causa di ciò che è successo oggi però se si devono conoscere i fatti devono essere quelli corretti. Basta. Perché anche se siamo delle persone riservate e avremmo avuto bisogno di tutele, siamo rimasti da soli».

«A febbraio dello scorso anno – continua Sardu – mio padre è stato brutalmente assassinato. L’omicida, noto dai giornali come il mendicante di via Manno e di via Garibaldi a Cagliari si chiama Fabrizio Congiu ed ai tempi aveva la residenza con regolare contratto presso uno degli appartamenti di mio padre. L’uomo, non pagava l’affitto da prima della pandemia, motivo per cui era stato chiesto uno sfratto, che per vari motivi il tribunale ha rimandato fino a dopo la pandemia, lasciando questa persona oltremodo in locazione presso l’abitazione di mio padre. Ma era stato più volte richiamato dalle forze dell'ordine perché aggressivo. Non sono bastati i reclami presentati e le denunce per questa persona da parte di mio padre, per potersi tutelare dal peggio. Non sono bastati, perché qualche “ente” apposito, ha scordato di trascrivere la denuncia presentata che non ha mai visto la luce. Non sono bastati perché presentata una seconda volta la denuncia e il reclamo della stessa, niente è mai giunto sulla scrivania giusta perché si è persa».

«Dal 2020 a Febbraio 2023, – spiega la figlia nel post – i primi giorni del mese lo sfratto era esecutivo, quindi senza se e senza ma doveva lasciare la casa. Ma gli hanno concesso altri 10 giorni. Che sono stati fatali per mio padre. Dalle dichiarazioni di più di una persona della zona è emerso che Congiu, spesso, per “restare buono” chiedesse denaro in prestito a chiunque anche a mio padre, che talvolta per il quieto vivere e la sua sicurezza gli aveva concesso. A quanto pare, il giorno della sua morte mio padre quei 20 euro glieli aveva negati. Erano in causa e aspettava di buttarlo fuori, non ne poteva più. E per la paura si era montato anche un sistema di telecamere fuori e dentro al suo appartamento».

Segue la descrizione di quanto successo quel giorno, con l’aggressione ripresa dai sistemi di sicurezza. E poi l’amarezza prende il sopravvento: «Talvolta stringo così tanto i denti che penso di spezzarli prima o poi. E le mie guance sono così tanto morsicate ai lati che temo mi verrà la bocca storta. E poi Congiu è stato liberato. State attenti. La nostra giustizia potrebbe arrivare nel sapere che non farà del male ad altre persone»., conclude la donna che, al post allega una foto dell’uomo. «Se doveste vederlo in giro a Cagliari o altrove – avvisa – vi prego di segnalarlo e di starci lontani. Prestate attenzione».

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata