Cagliari, rubinetti a secco in un condominio di viale Marconi. «Da due anni in queste condizioni»
La furia dei residenti del civico 33: «Ogni volta che Abbanoa interviene, per giorni restiamo senz’acqua. Paghiamo per un servizio che non ci viene fornito»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ogni volta che si rompe il tubo della condotta idrica di viale Marconi, all’altezza del distributore della Tamoil, gli abitanti del civico 33 sanno già che per giorni dovranno far fronte alla scarsità d'acqua nei loro appartamenti.
Una situazione precaria che va avanti da due anni circa, denuncia Ornella Aretino, amministratrice del condominio: «Spesso Abbanoa interviene per la riparazione della tubatura difettosa qui nel viale Marconi, vicino al nostro palazzo, e puntualmente nei giorni successivi al termine dei lavori, i residenti rimangono con pochissima acqua, con tutti i disagi che ne conseguono, soprattutto nei piani superiori. Abbiamo mandato tantissime pec chiedendo di risolvere il problema una volta per tutte. La pressione dell’acqua misurata da noi con un manometro è inferiore al fabbisogno del condominio».
Aretino ha chiesto ad Abbanoa di consentire l'allaccio della fornitura idrica del civico 33 alla condotta della vicina via Pacioli: «Il palazzo a fianco al nostro l'ha già fatto e ogni volta che Abbanoa interviene per una riparazione idrica stradale in questa zona, a loro l'acqua non manca. Chiediamo anche che venga aumentata la pressione». Lorenzo Franchi ha il padre anziano che vive all'ultimo piano e un'assistente che va ogni giorno a lavarlo: «Con poca acqua si fa fatica a garantirgli l'igiene quotidiana, non ce la facciamo più, paghiamo le bollette per un servizio che non ci viene fornito. Non è possibile neanche usare gli elettrodomestici come caldaia, lavatrice e lavastoviglie. Ogni mese riparano un pezzo di condotta qui in viale Marconi. Se la tubatura si guasta spesso sarebbe bene sostituirla, così invece fanno solo interventi tampone che non fanno altro che creare enormi disagi a chi abita in zona». Anche Franchi dice di aver mandato varie pec, «ma inutilmente. Siamo veramente infuriati, non si può continuare a vivere in questo modo, l'acqua è un bene essenziale che deve essere garantito a tutti in maniera sufficiente al fabbisogno quotidiano».