La polemica a Cagliari si accende sullo smog. Nel rapporto "Mal'Aria di città 2024" di Legambiente sull'inquinamento atmosferico nelle città italiane, il capoluogo della Sardegna è risultato fra le prime dieci città italiane con una maggior presenza di polveri sottili Pm10 nell’aria. 

«Una notizia inquietante che non fa che confermare quanto andiamo sostenendo ormai da anni. Le politiche in materia di riduzione del traffico e di miglioramento della qualità dell’aria attuate nell’ultimo decennio dall’amministrazione comunale di Cagliari non hanno sortito gli effetti sperati»: questa la posizione di Giuseppe Farris, avvocato, che è già in campo per una candidatura a sindaco a capo di un polo civico. 

L’ex assessore sostiene che «non è necessario essere ingegneri o esperti ecologisti per capire che le azioni di sistematico restringimento delle strade cittadine condotte in nome di una mobilità che di sostenibile ha solo il nome (le piste ciclabili sono inutilizzate ormai da quasi 13 anni e appaiono come monumenti al nulla), la riduzione della velocità dei veicoli a 30 km/h anche laddove non ce n’era alcun bisogno, e l’aver trasformato vie e viali in piste da motocross riempendole di dossi (che mettono in pericolo più vite di quante ne vorrebbero salvare), ha avuto come conseguenza l’aumento del traffico e dell’inquinamento in città».

Ma c’è di più, secondo Farris: «Le azioni discutibili in tema di viabilità riguardano anche la eliminazione di centinaia di parcheggi pubblici che costringono gli automobilisti a fare “giri dell’asino” alla ricerca disperata di una sosta, con ciò determinando ulteriore traffico e inquinamento».

Finora i nostri amministratori, secondo l’aspirante sindaco, «hanno concentrato le loro energie nel cercare di spendere fondi pubblici a qualunque costo. In tempi ristretti. Sacrificando una indispensabile attività di analisi del contesto in cui sviluppare la cosiddetta “mobilità alternativa”. Ispirati da un unico fine: la guerra alla mobilità privata. Guerra mai preceduta da una compiuta analisi del contesto e dall’offerta di valide alternative».

(Unioneonline/E.Fr.)

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