C’è anche Cagliari fra le prime dieci città italiane con una maggior presenza di polveri sottili Pm10 nell’aria. A confermarlo il rapporto "Mal'Aria di città 2024" di Legambiente sull'inquinamento atmosferico nelle città italiane.

Il report, redatto nell'ambito della Clean Cities Campaign, una coalizione europea di Ong e organizzazioni della società civile, ricorda che i limiti normativi per lo sforamento del Pm10 sono 35 giorni all'anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo. E se i dati del 2023 evidenziano un miglioramento rispetto all'anno precedente, con le città che hanno superato i limiti giornalieri di polveri sottili Pm10 passate a 18 (su 98 monitorate) dalle 29 del 2022 e le 31 del 2021, restano ancora alcune criticità.
A preoccupare è infatti il confronto con i nuovi target al 2030: sarebbero fuorilegge il 69% delle città per Pm10 (fissato a 20 µg/mc per il 2030), l'84% per Pm2.5 (fissato a 10 µg/mc per il 2030) e il 50% per l'No2. Se il 2030 fosse già qui, dice Legambiente, le situazioni più critiche per il Pm10 sarebbero dunque a Padova, Verona e Vicenza (32 µg/mc), seguite da Cremona e Venezia (31) e da Cagliari, Brescia, Mantova, Rovigo, Torino e Treviso (30).

Situazione analoga anche per il Pm2.5, con i valori più alti a Padova (24 µg/mc) e a Cagliari un dato medio annuo che parla di 13 µg/mc. L’indicazione di Legambiente è chiara: la concentrazione attuale, in percentuale, dovrebbe diminuire nel capoluogo sardo del 33% per il Pm10 e del 23% per il Pm2.5 per raggiungere i valori normativi che entreranno in vigore a partire dal 2030.

Dati di inquinamento decisamente inferiori, invece, a Sassari, dove i valori medi annui per il 2023 si attestato a 20 µg/mc per il Pm10 e a 6 µg/mc per il Pm2.5, dunque già in linea con gli obiettivi al 2030.

«La salute dei cittadini è a rischio» rileva Legambiente ricordando che «in Italia ci sono 47.000 decessi prematuri all'anno a causa del Pm2.5» per cui «Governo, Regioni e Comuni devono accelerare. Per ottenere aria pulita, bisogna ripensare subito la mobilità urbana, implementando zone a basse e zero emissioni, ridisegnando lo spazio pubblico urbano con città a 30 km/h e strade scolastiche, investendo massicciamente nel trasporto pubblico locale, nell'ampliamento di reti ciclo-pedonali e nell'elettrificazione di tutti i veicoli». Per la ong, «è indispensabile agire sinergicamente anche sulle altre fonti di inquinamento, come il riscaldamento domestico e l'agricoltura».

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata