Oltre mille manifestanti al corteo organizzato contro la speculazione sulle rinnovabili che da piazza Garibaldi a Cagliari si è diretto in via Roma, sotto il palazzo del Consiglio regionale.

Diverse le associazioni e i comitati coinvolti che hanno richiamato persone da tutta la Sardegna.

«Il coordinamento dei comitati contro la speculazione energetica», spiega uno dei suoi portavoce Luigi Pisci, «continua la sua azione di protesta e proposta per cercare di salvare la Sardegna da un grande processo di colonizzazione. Abbiamo fatto una proposta di moratoria molto articolata di cui però non si è tenuto conto, la Giunta Todde ha presentato una proposta molto diversa». 

Proprio sotto il palazzo dell’Assemblea sarda si è chiusa la grande manifestazione: «La Regione ci deve ascoltare», hanno chiesto i rappresentanti dei comitati intervenuti nel corso del sit-in.

«Questa non può essere una terra di servitù - ha spiegato Marco Pau del comitato “No speculazioni energetiche" - siamo qui per dire alla presidente della Regione di esercitare il suo ruolo, invece assistiamo un’intollerabile perdita di tempo». Infatti, «in che modo possiamo interpretare il rallentamento su un disegno di legge che sarebbe dovuto essere prioritario? Si preferisce chiedere ancora una volta l’intervento di Roma». Ddl sul quale i comitati non sono stati ascoltati, «e questo è un grave errore», ha detto Luigi Pisci, un altro portavoce.

Per Rita Corda del Comitato contro il Tyrrhenian link «ormai parlare di speculazione non basta più, visto che ne parla anche la presidente della Regione Alessandra Todde, e la moratoria non è una risposta alla colonizzazione della Sardegna».

La manifestazione è stata molto partecipata, anche al di là delle aspettative. «Ma questo è normale perché - dice Claudia Zuncheddu della Rete per la difesa della sanità pubblica - mai aggressione è stata così feroce, le manifestazioni sono all’ordine del giorno nei territori e il passaparola tra i comitati ha funzionato».

© Riproduzione riservata