Sono tutti stretti in un dolore composto gli amici, i parenti e la famiglia di Annika Deidda, la ventunenne cagliaritana morta una settimana fa in Svizzera, quando la bara bianca arriva in viale Fra Ignazio per l’ultimo saluto nella chiesa dei Cappuccini.

La madre Daniela Contu, con gli occhiali scuri e il padre Gianluca Deidda sono già seduti in prima fila, avvolti dall’affetto dei parenti. Amiche e amici, invece, entrano dietro il feretro e lo scortano fino all’altare.

I fiori bianchi, simbolo di purezza, di pace e di innocenza, proteggono Annika nel suo ultimo viaggio. Ci sono il cuore di fiori di zia Isabella e il copri bara di mamma e papà. E poi tanti mazzi di fiori posati, delicatamente, davanti all’altare. Una ragazza poi posa, tra le candide rose, un girasole, che ricorda l’energia e la vitalità della ventunenne, protagonista, negli anni del liceo, con la sua voce e il pianoforte del Siotto Music.

«Questi fiori esprimono il vostro amore per vostra figlia, vostra sorella e la vostra amica», ha detto padre Emanuel dal pulpito, «davanti a questo grande mistero siamo come Maria. Ora c’è buio nei vostri cuori, così come è accaduto quando è morto Gesù, ma lui, il figlio di Dio è risorto accanto a suo Padre e anche Annika ora è passata alla vita eterna».

C’è tanto dolore e incredulità in quegli sguardi per la loro amica a cui quel volo di oltre 40 metri nei pressi della cascata di Santa Petrollina nel territorio di Biasca ha strappato per sempre sogni e futuro.

«La famiglia ringrazia tutti voi per la presenza, ma non potrà ricevere le condoglianze», dice Padre Emanuel prima di congedare i presenti. Alle sedici Annika Deidda è nuovamente sul carro funebre che dal Ticino l’ha riporta a casa: il suo ultimo viaggio è al cimitero di San Michele. Niente appalusi, ma un silenzio assordante accompagna gli ultimi istanti della ventunenne davanti all’Anfiteatro romano.

La morte di Annika è, però, per la famiglia avvolta dal mistero. Il padre, che si è affidato all’avvocato Ivan Sanna, ha presentato un esposto alla procura di Cagliari per ricostruire, insieme ai magistrati svizzeri, l’accaduto. A oggi non è ancora chiaro se gli inquirenti elvetici abbiamo fatto l’autopsia sul corpo della giovane, se non dovessero averla fatta, il legale della famiglia Deidda è pronto a presentare un’istanza per richiederla.

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