«Voglio sapere com’è morta mia figlia Annika e cosa sia accaduto prima, durante e dopo quello che le autorità svizzere hanno subito liquidato come un tragico incidente».

Gianluca Deidda, ingegnere, non riesce a darsi pace. Questo pomeriggio alle 15.30 con l’ex moglie Daniela Contu, saluteranno per sempre la figlia 21enne nella chiesa di Sant’Ignazio, dove si celebrerà il funerale. Ma per il professionista, che ieri mattina ha chiesto l’aiuto dei pm cagliaritani, la tragica morte della figlia è tutt’altro che un caso già chiuso. È volata giù da una cascata alta 40 metri, dove dicono fosse andata in gita col ragazzo che tre giorni prima aveva detto di voler lasciare.

«Ho presentato un esposto e chiesto alla Procura di intervenire e affiancare i magistrati del Canton Ticino. Da ottobre nostra figlia era cambiata, troppe cose non tornano»

Il tragico volo

Mercoledì scorso, si legge nelle poche righe di cronaca riportate dai giornali del Canton Ticino, una ragazza italiana di 21 anni è morta dopo essere precipitata, poco dopo le 19, nei pressi della cascata di Santa Petronilla nel territorio di Biasca. La giovane era in compagnia del ragazzo quando è caduta nel vuoto. Dopo un volo di una quarantina di metri Annika Deidda si è schiantata nelle rocce sottostanti. Gli investigatori hanno subito escluso sia il gesto volontario che un crimine violento. Dunque una tragica fatalità. 

I dubbi del papà

La ragazza, iscritta alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, si era di recente trasferita a Como. «Sino allo scorso ottobre tutto andava bene, poi ha conosciuto un ragazzo 24enne e le cose sono iniziate a cambiare. Era dimagrita di 25 chili e pensiamo che avesse incontrato anche la droga. Inoltre, crediamo fosse finita in un giro di persone molto ricche che andavano a prenderla con limousine e altre auto costose, accompagnandola in alberghi di lusso. Una situazione che ha convinto la mia ex moglie a metterle alle calcagna un investigatore privato già dal mese di aprile».

Nei giorni scorsi «aveva detto di voler lasciare Como e l’abitazione che divideva col ragazzo». Pochi giorni dopo, lui l’avrebbe invitata a fare l’escursione alla cascata, quindi la tragedia. «Troppe cose non tornano, Annika voleva lasciare quel giro».

Francesco Pinna

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