Amianto, situazione nazionale e nella nostra isola
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L’Italia ha messo al bando l’amianto con la Legge 257 del 1992, che vieta la produzione, l’uso e il commercio dell’amianto o di prodotti che lo contengono, ma il vero problema riguarda ciò che resta: enormi quantità di materiali contenenti amianto (MCA) ancora presenti negli edifici pubblici e privati, nelle infrastrutture, negli impianti industriali, nei siti dismessi.
L’amianto si divide in due tipologie:
- Amianto compatto: è un materiale solido, le fibre sono fortemente legate, non rilascia fibre se non sottoposto a danneggiamento meccanico, abrasione, taglio, ecc. Un esempio si rintraccia nelle lastre ondulate utilizzate per le coperture, le tubazioni o i serbatoi. In Italia l’uso di coperture in cemento-amianto (lastre ondulate, tegole, pianelle, ecc.) ha rappresentato quasi il 90% di tutto l’amianto utilizzato.
- Amianto friabile: è più pericoloso, le fibre non sono ben legate, possono essere sbriciolate con la pressione manuale e liberano fibre facilmente nell’aria. Si trova in coibentazioni, guarnizioni, isolamenti termici, ecc.
Quale è lo stato dell’arte in Italia?
- Alcune stime ripotano un numero di 53.000 siti contaminati da amianto sul territorio nazionale.
- Le discariche autorizzate alla ricezione dei rifiuti costituiti da amianto sono molto poche: solo 22 discariche in tutta Italia molte delle quali esistenti solo sulla carta, in quanto non funzionanti.
- Gran parte dei rifiuti provengono dal settore delle costruzioni: materiali compatti come lastre in fibrocemento, per esempio. I materiali friabili sono meno diffusi ma molto più pericolosi per la salute se non gestiti adeguatamente.
La situazione in Sardegna quale è?
La Sardegna è una delle regioni con maggior presenza residua di amianto e con ritmi di bonifica che sono giudicati dai comitati di tutela, troppo lenti. Secondo l’Associazione Ex esposti amianto della Sardegna, non si è mai svolto un reale censimento fedele alla realtà e i risultati sono sottostimati.
L’Associazione riporta che, nell’isola ci sarebbero:
- 14 milioni di Mq di materiale installato;
- 2.177 edifici pubblici in cui l’amianto è presente;
- più di 6.000 km di condotte idriche in amianto tra Abbanoa e Consorzi di Bonifica, anche se il Piano Regionale Amianto stima la presenza totale di condotte in MCA in oltre 9.000 Km;
- 1.122 aree industriali con presenza di amianto.
La rimozione dell’amianto deve essere effettuata nel pieno rispetto della normativa, questo al fine di non esporre gli operatori del settore che operano per la bonifica a dei rischi per la salute, ma anche per la tutela di tutte le persone che vivono nei pressi di un cantiere in cui si sta rimuovendo amianto. È bene rimarcare il fatto che la bonifica può essere eseguita soltanto da ditte specializzate, in possesso dei requisiti tecnici (attrezzature specifiche) e dei requisiti professionali (iscrizione Albo Gestori ambientali). Una società che possiede tutti questi requisiti è la Ecoshardana, che opera sia per la rimozione dell’amianto che per la ricopertura.
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Informazione promozionale a cura di Ecoshardana
