Ce ne siamo accorti soprattutto durante il lockdown del 2020, quando eravamo costretti in casa per sfuggire alla minaccia del Covid: noi esseri umani non siamo soli nelle nostre città. Tra i nostri balconi volano farfalle e insetti di tutti i tipi, tra le vie che confinano con la campagna è facile incontrare volpi e cinghiali in cerca di cibo e anche qualche daino o capriolo che ha perso la strada di casa. Di notte tra le case volano pipistrelli e civette. Per quanto sorprendente ci possa sembrare, ognuno di questi esseri viventi – zanzare e topi compresi! – contribuisce a mantenere in equilibrio un ecosistema unico e che perlopiù ci è ignoto: l’ecosistema cittadino, un vero e proprio “bosco” con fontane al posto degli stagni, tralicci in luogo di alberi, edifici a svolgere la funzione delle rocce e degli anfratti.

Il biologo Marco Granata nel suo Bestiario invisibile (il Saggiatore, 2022, pp. 320) ci porta allora alla scoperta degli animali che abitano gli spazi a noi più prossimi, raccontandoci in che modo si siano adattati alla nostra presenza: dalle cornacchie, che hanno imparato a riconoscere le luci dei semafori per farsi schiacciare le noci dalle automobili in movimento, alle vespe, la cui femmina dopo la fecondazione inizia da sola la costruzione del proprio nido nei sottotetti o nelle cavità dei muri in cemento, passando per le testuggini dalle orecchie rosse, alieni che hanno invaso i laghetti dei nostri parchi.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Insomma, un racconto, quello di Marco Granata, allo stesso tempo scientifico e personale e dedicato ai misteriosi collegamenti che la biologia intesse tra la sala e il tetto, tra le grondaie e le fognature, tra i campi di periferia e le grandi piazze. Un racconto con un filo conduttore preciso: la città, come il bosco, è un ecosistema…ricco, vitale, ma anche fragile e da preservare. È un ecosistema con una sua biodiversità in delicato equilibro e come tale da proteggere al pari di una selva o di un laghetto di alta quota. Contribuisce, infatti, a rendere più ricco il nostro mondo che sta perdendo varietà vegetali e animali a un ritmo sorprendente a causa dell’azione umana, soprattutto dell’inquinamento.

Con le sue storie di “animalità urbana” Granata prova a ricordarci che più grande è la biodiversità, maggiore è la capacità degli ecosistemi di sopportare pressioni e cambiamenti provenienti dall’esterno. Minore è la varietà di specie animali e vegetale, maggiore è la debolezza del pianeta Terra.

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