«Il riconoscimento conferito alla Necropoli di Su Crucifissu Mannu a Porto Torres insieme ad altri 16 siti archeologici e naturalistici dell'isola, è frutto dell'instancabile lavoro profuso in questi anni dal gruppo di esperti e tecnici che hanno collaborato con la Regione, i Comuni, le comunità locali e il MiC: un team coordinato dalla professoressa Tanda e dal Cesim che con questo progetto ha consentito di raggiungere un traguardo davvero storico per il patrimonio archeologico della Sardegna. Grazie a tutti».

Così l'assessora alla Cultura del Comune di Porto Torres, Maria Bastiana Cocco, all'indomani del riconoscimento ufficiale del Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Parigi nella sua 47esima sessione, che ha decretato le tombe ipogee come Patrimonio dell'Umanità.

Fra i 17 siti anche quello di Su Crocifissu Mannu, il complesso funerario di cinque ettari che si trova all'ingresso della città, composto da ventidue domus del janas scavate nella roccia, risalenti al periodo compreso tra il III millennio a.C. e il II a.C.

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