Chi “gioca” col clima?
Andrea Segrè in un thriller ispirato al tema del cambiamento climaticoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Andrea Segrè insegna Economia circolare e Politiche per lo sviluppo sostenibile all’Università di Bologna. È noto per le ricerche e i progetti pionieristici sullo spreco alimentare e nelle sue opere di fiction ama mescolare scienza, fantascienza, intrighi e suspence per spingere i lettori a riflettere su limiti, possibilità e pericoli della scienza. La stessa scoperta scientifica può, infatti, essere usata per fare il bene o per compiere il male. Dipende da come viene utilizzata e dalla coscienza di chi la usa.
Lo sa bene Giorgio Pani, giovane ricercatore specializzato in studi sull’alimentazione, che nel primo romanzo di Andrea Segrè, intitolato Globesity. La fame di potere (2024), ha dovuto fare i conti con una particolare farina messa appositamente a punto per scatenare una epidemia di bulimia a livello globale e arricchire così i produttori di questa farina “sanguisuga”, dato che invece di sfamare provoca sempre più appetito. In Gelo profondo. La nuova era glaciale (Edizioni Minerva, 2025, Euro 18,00, pp. 304), Segrè ci fa ritrovare Pani circa un anno dopo l’avventura con la farina “modificata”. Sta per discutere la sua tesi di dottorato quando uno strano personaggio compare nella sua vita. È uno sconosciuto e porta a Pani, in maniera beffarda, i saluti della dottoressa Elif Demir. Quel nome risveglia in Pani paure che il nostro protagonista sperava di avere relegato per sempre nel passato. Perché Elif Demir è colei che ha creato la famigerata farina bulimica ed è da tutti ritenuta morta!
Giorgio Pani capisce che la partita Demir e la sua temibile organizzazione di ricercatori e scienziati operanti al di fuori delle regole ufficiali è solo agli inizi. C’è, infatti, fronteggiare il pericolo di una nuova, rivoluzionaria, scoperta scientifica. Un innovativo impianto capace di catturare enormi quantità di anidride carbonica provocando un raffreddamento globale. Un’organizzazione scientifica segreta, ramificata in tutto il mondo, è pronta a portare il pianeta in una nuova era glaciale.
Coinvolgete e ben ritmato nella narrazione, Gelo profondo è una discesa negli inferi più nascosti della scienza, gli inferi dove la ricerca e la tecnologia sembrano aprire le strade più incredibili e la tentazione di sentirsi superiori a tutto e tutti è quasi un canto delle sirene a cui non ci si può che arrendere. Il libro di Segrè appare quindi come un monito a vigilare, ad acquisire consapevolezze, a conoscere. Oggi ci troviamo a volte a domandarci se la scienza non si stia spingendo troppo oltre nella sua volontà di superare i limiti del conosciuto. Ci si interroga allora su quali possono essere i limiti dell’ingegneria genetica, un sapere che può permettere di trovare cure per molte gravi malattie ma nello stesso tempo può portare a derive pericolose che si spingono pericolosamente nei dintorni della selezione umana. Una selezione che potrebbe privilegiare solo individui con determinate caratteristiche. Lo stesso dilemma accompagna da sempre il tema della clonazione umana, una pratica che allo stesso tempo apre scenari straordinari nella medicina e disegna orizzonti da incubo con essere umani creati solo per fornire “pezzi di ricambio” ad altri individui. Stesse preoccupazioni accompagnano poi i prodotti geneticamente modificati oppure la robotica con la ricerca di intelligenze artificiali capaci di far sembrare obsoleto l’essere umano.
Mai come oggi il sapere scientifico richiede coscienza, capacità di comprendere quello che stiamo facendo e quello che sta accadendo attorno a noi. Inutile, infatti, pensare di arrestare il progresso solo con i divieti. Lo si deve accompagnare e gestire grazie a una coscienza intesa in senso moderno. Una coscienza che è capacità di giudizio e quindi di distinzione tra bene e male, tra giusto e ingiusto. Una coscienza che all’interno di noi è vigile e giudica quello che anche noi facciamo e sa ascoltare le sollecitazioni provenienti dall’esterno senza esserne succube. Vale insomma quanto detto dal grande fisico del Novecento Max Planck a questo proposito: “Non possiamo andare oltre la coscienza. Tutto ciò di cui discorriamo, tutto ciò che noi consideriamo come esistente, richiede una coscienza”. Perché, come sosteneva Cicerone, la coscienza è quanto di più divino sia stato concesso all’uomo.